23 marzo 2010

UN SOSPIRO DI SOLLIEVO: NO al mais MON810

COMUNICATO EQUIVITA 22/03/10
UN SOSPIRO DI SOLLIEVO: NO al mais MON810
Con il decreto che vieta la coltivazione del mais MON810, firmato dal Ministro Luca Zaia, verrà infine rispettato il parere della vasta maggioranza di italiani (oltre il 75%!) contraria agli Ogm
La firma del decreto da parte del ministro Zaia, ha seguito il voto unanime della “Commissione sementi geneticamente modificate” istituita presso il ministero delle Politiche agricole. In tale Commissione sono rappresentati:Il Ministro delle Politiche agricoleIl Ministro dell’AmbienteIl Ministro della SaluteLe regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto.
Il voto unanime ha negato il 18 marzo l’autorizzazione all’iscrizione del mais gm MON810 nel registro delle sementi.Come ha dichiarato il Ministro Zaia, è un momento storico per l’agricoltura italiana, che mette fine al lungo dibattito iniziato con l’annuncio della presentazione delle linee guida per la coesistenza a fine gennaio scorso.
L’Italia potrà, anche in futuro, vietando con la stessa procedura la coltivazione di altri Ogm:- salvare il suo patrimonio agricolo basato su colture tipiche e prodotti di qualità ed evitare in tal modo un grave danno all’economia nazionale.- tutelare i suoi cittadini consentendo la scelta del biologico ed impedendo che un uso 4 volte maggiore di sostanze chimiche – tale è infatti il loro uso con gli Ogm – rechi danno alla salute di tutti, in particolare dei più deboli come i bambini, sempre più colpiti dai tumori e dalle malattie neurodegenerative.- tutelare la nostra sovranità (autonomia) alimentare impedendo che la produzione e commercializzazione del cibo passino nelle mani di tre o quattro multinazionali insieme al controllo del mercato alimentare non solo nostro, ma del mondo intero.
“Gli Ogm - dichiara Fabrizia Pratesi, coordinatrice del Comitato Scientifico EQUIVITA - si sono fatti strada con promesse sulla produttività e sulla sostenibilità mai realizzate (al contrario ribaltate) e con mezzi spesso illegali. Il loro declino, cui stiamo assistendo (ad esempio, la riduzione delle superfici coltivate in UE), è dovuto all’assenza di loro caratteristiche migliorative e ancor più alla presa di coscienza di cittadini ed agricoltori, fino a poco fa inconsapevoli della strategia economica che si celava dietro ad essi.
Una strategia oggi a tutti chiara: quella della privatizzazione del “bene comune” più importante, la materia vivente del pianeta. Tale privatizzazione, ottenuta per mezzo dei brevetti usando il pretesto della modifica genetica, consente di riscuotere diritti ad ogni ciclo riproduttivo.
Oggi le multinazionali pretendono di ottenere i brevetti su piante e animali anche senza introdurre una modifica genetica”. (vedi http://www.keinpatent.de/?id=138&L=5) Molti sono i successi che la maggioranza “anti- Ogm” ha ottenuto nelle ultime settimane anche su scala internazionale: rinnovo triennale in Svizzera della moratoria su piante e animali gm, moratoria a tempo indeterminato sulla melanzana Bt in India, moratoria di fatto su tutti gli Ogm in Bulgaria ecc … Il Comitato Scientifico EQUIVITA si rallegra con il Ministro Zaia per avere tenuto ferma la sua posizione di tutela dell’agricoltura e dei diritti civili in Italia, ed avere fatto in modo che l’Italia si sia unita alla Germania, la Francia, l’Austria, la Grecia e l’Ungheria, con un deciso NO al tanto discusso Mais MON810 della Monsanto.
Comitato Scientifico EQUIVITATel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949
Sito internet: http://www.equivita.org/

18 marzo 2010

PROGETTO OBIETTIVO SALUTE

L'Istituto di Medicina Naturale forma una cultura della prevenzione

GRANDE SUCCESSO PER IL "PROGETTO OBIETTIVO SALUTE"

URBINO - L'Istituto di Medicina Naturale, presente da 27 anni nel nostro territorio, sta crescendo e si sta ampliando grazie a nuove collaborazioni con enti pubblici e privati del settore.
Da qualche anno, infatti, sta portando avanti interessanti iniziative che stanno riscuotendo, da parte degli addetti ai lavori e non, grande successo quali, ad esempio, il ciclo di incontri "Progetto Obiettivo Salute".
"Per quanto riguarda 'Obiettivo Salute' - fa sapere Antimo Zazzaroni direttore dell'Istituto di Medicina Naturale - possiamo dire, con soddisfazione, che abbiamo notato grande affluenza di pubblico durante i seminari e i convegni, ad ingresso gratuito, dedicati alla medicina naturale. Proprio questa risposta positiva ci ha spinto, in questo anno, a pensare di organizzare altri incontri sul territorio nazionale, portando le nostre conoscenze e competenze nelle più grandi città italiane al fine di creare sempre più una cultura di educazione alla salute e alla prevenzione. Crediamo fermamente che i tempi siano maturi per affrontare queste tematiche, perchè ci stiamo accorgendo che anche il mondo accademico si sta aprendo e avvicinando al nostro settore".
Tale progetto è stato realizzato in sinergia con aziende partner, operanti nel campo del benessere, le quali condividono le idee e i valori che, da anni, sta portando avanti l'Istituto di Medicina Naturale. "In questo modo - spiega Zazzaroni - potremmo contribuire insieme a formare una cultura della prevenzione, sensibilizzando il largo pubblico a nuovi stili di vita e ad uno sviluppo sostenibile in sintonia con l'ambiente".

Ricordiamo il prossimo appuntamento con "Obiettivo Salute": venerdì 19 marzo alle ore 15.30, presso la Scuola Italiana di Naturopatia (Via Nazario Sauro, 51 - Rimini), Giovanna Tolio (naturopata, ideatrice dei Rimedi Floreali Italiani "Flos Animi") terrà un seminario sul tema "Le acque per i chakra" (ingresso libero).

INGRESSO DELL’OMEPATIA NEL GRUPPO DELLE MEDICINE TRADIZIONALI

L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ DECRETA L’INGRESSO DELL’OMEPATIA NEL GRUPPO DELLE MEDICINE TRADIZIONALI E NE RACCOMANDA L’INTEGRAZIONE NELL’AMBITO DELLE CURE PRIMARIE

Con la pubblicazione del documento “Safety issues in the preparation of homeopathic medicines” l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce pari dignità all’omeopatia rispetto agli altri paradigmi medici.

E’ di questi giorni la notizia dell’uscita dell’importante memorandum dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sull’omeopatia, che dovrebbe ottenere tra l’altro l’effetto di porre fine al crescente clima di ostilità nei confronti dell’omeopatia e alle violente campagne stampa che, basandosi su alcuni rari casi di uso improprio della stessa per la cura delle malattie gravi, se ne sono servite come pretesto per chiederne una aperta condanna, peraltro in controtendenza rispetto al crescente consumo di prodotti farmaceutici omeopatici da parte dei pazienti.

Il documento OMS è incentrato sul tema della sicurezza, quale primo dei requisiti che una medicina deve possedere, ed imprime un forte stimolo all’armonizzazione delle regole di produzione per tutto il mercato internazionale, nel rispetto delle autonomie dei singoli governi nazionali. Si compone di tre parti in cui vengono affrontate le problematiche relative alle sfide poste dalla specificità dei prodotti omeopatici alle usuali metodologie per il controllo di qualità dei farmaci. E’ raccomandata l’adesione alle Linee Guida per la Good Manufacturing Practice (GMP), così come l’attenzione all’identificazione, alla natura e alla qualità dei materiali di origine e degli eccipienti. Inoltre, una particolare raccomandazione è rivolta alle autorità regolatorie perché mettano in atto tutte quelle normative che servono a garantire un prodotto finale, sicuro, efficace e di alta qualità.
Etichettatura e packaging sono visti come uno strumento fondamentale per consentire al consumatore l’utilizzo dei prodotti in maniera sicura. In questo senso vengono riportati gli esempi di Stati Uniti, Canada, e Australia che hanno elaborato normative che consentono al consumatore di avere un foglietto illustrativo che lo aiuti nell’utilizzo del prodotto omeopatico.Il VicePresidente A.I.O.T., Prof. Leonello Milani, medico e VicePresidente dell'Accademia Internazionale di Medicina Fisiologica di Regolazione, ha commentato così la notizia: “Questa pubblicazione era molto attesa e ritengo che la serietà e il prestigio dell’OMS siano tali da indurre il governo italiano ad omologarsi alle sue indicazioni”.
Positivo è stato anche il commento di Alessandro Pizzoccaro, Presidente di GUNA Spa, azienda leader in Italia nella produzione e distribuzione di farmaci omeopatici: “Il documento dell’OMS è perfettamente in linea con le richieste che abbiamo avanzato da tempo, e cioè di consentire alla popolazione di rivolgersi alla medicina omeopatica in totale sicurezza e pienamente informata. Da ormai 3 anni attendiamo invano che l'Italia applichi la nuova Direttiva Europea sui Farmaci, che stabilisce le regole anche per il settore omeopatico. La legislazione italiana, unica in Europa, non consente l’etichettatura dei medicinali omeopatici, tantomeno permette di aprire nuove linee di prodotto. Una posizione assurda che mette l’Italia a rischio di una procedura d'infrazione UE”.

COMUNICATO stampa A.I.O.T.

A proposito di A.I.O.T.
L’A.I.O.T. è l'associazione medica più importante a livello nazionale nel campo della Medicina Omeopatica ed è impegnata in particolare nella ricerca e nella formazione nel campo della Medicina Biologica, contribuendo sino ad oggi alla formazione di oltre 15000 medici e 5000 farmacisti italiani.

16 marzo 2010

10 APRILE: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA MEDICINA OMEOPATICA

Gli studi dei medici convenzionati AIOT apriranno le porte il 9 aprile per fornire gratuitamente visite e consulenze a chiunque vorrà avvicinarsi per la prima volta all’omeopatia ed all’omotossicologia o accrescere ulteriormente la propria conoscenza delle medicine complementari
Venerdì 09/04/10 nell’ambito del progetto “Stiamo bene… naturalmente!”, realizzato in occasione dei festeggiamenti per la Giornata Internazionale della Medicina Omeopatica, per la prima volta in assoluto in Italia si realizzerà un vero e proprio “porte aperte” durante il quale medici specializzati in omeopatia ed omotossicologia dell’A.I.O.T. apriranno i propri studi per fornire consulenze e visite gratuite ai pazienti interessati.
La Giornata internazionale della medicina omeopatica è un’iniziativa promossa annualmente dalla LMHI, Liga Medicorum Homeopatica Internationalis, il più antico ed autorevole organismo mondiale nel campo dell’omeopatia, creata a Rotterdam nel 1925. Quest’anno l’A.I.O.T. - Associazione Medica Italiana di Omotossicologia, grazie al sostegno di GUNA Spa, ha realizzato il progetto “Stiamo bene… naturalmente!”. “Stiamo bene… naturalmente!” vuol essere un momento di incontro con il pubblico, un dialogo con i cittadini sull’offerta di soluzioni terapeutiche efficaci e prive di effetti secondari indesiderati, secondo principi che sono in armonia con la natura e che agiscono a supporto delle funzioni fisiologiche di difesa dell’organismo rendendo l’uomo protagonista della sua guarigione e del suo benessere in generale.
È on-line un apposito spazio web (www.stiamobene.it) in cui è accessibile mediante motore di ricerca l’elenco dei medici aderenti, ed è attivo un numero verde – 800/385014 - per indirizzare chi ne farà richiesta agli studi medici territorialmente più prossimi.

Mai come in questi ultimi anni un numero considerevole di cittadini si è dimostrato sensibile alla proposta medica “non convenzionale”: secondo l’ultimo rapporto Eurispes sono 11 milioni - pari al 18,5% - gli italiani che nel 2009 hanno optato per le medicine 'non convenzionali'. Avvicinare queste fasce crescenti di popolazione è un modo concreto per superare l’embargo informativo e la discriminazione esistente nei confronti delle medicine complementari, che rappresentano un modello innovativo ed efficace di cura.
A proposito di A.I.O.T.
L’A.I.O.T. è l'associazione medica più importante a livello nazionale nel campo della Medicina Omeopatica ed è impegnata in particolare nella ricerca e nella formazione nel campo della Medicina Biologica, contribuendo sino ad oggi alla formazione di oltre 15000 medici e 5000 farmacisti italiani.

A proposito di GUNA
GUNA Spa è la più importante azienda italiana nel settore della produzione e distribuzione di farmaci omeopatici. Ha sede a Milano nel suggestivo stabilimento di via Palmanova, il più moderno al mondo per la ricerca scientifica e produzione di medicinali biologici.
Ufficio Stampa Guna: Glebb & Metzger
Davide Palmero - dpalmero@glebb-metzger.it - +39 011 5618236 +39 335 8798019

05 marzo 2010

NO ALLE COLTIVAZIONI DI OGM IN EUROPA

COMUNICATO EQUIVITA del 03/03/10Elimina formattazione dal testo selezionato
Il Comitato Scientifico EQUIVITA esprime il più profondo SDEGNO sulla decisione presa dalla Commissione Europea di autorizzare la coltivazione della patata transgenica AMFLORA della Bayer per uso industriale e per mangimi animali.Questa decisione rompe una moratoria “di fatto” in atto da 12 anni (dal 1998) sulle autorizzazioni alle coltivazioni di piante transgeniche, nonostante la presenza nella patata del gene marcatore che conferisce resistenza alla kanamicina (antibiotico molto importante per combattere alcune gravi malattie) e nonostante la direttiva UE 2001/8 vieti gli Ogm contenenti tali geni a partire dal 2004. Pur dichiarando “di non voler imporre gli Ogm in Europa e di consentire agli Stati Membri libertà di scelta”, il presidente della Commissione UE José Manuel Barroso sembra intenzionato ad agevolare il cammino alle multinazionali biotech che detengono i brevetti su tali organismi.
Ciò che tuttavia desta maggiore indignazione è l’assenza di democrazia vigente nelle norme UE, che hanno dato all’esecutivo (la Commissione) il potere di assumere da solo una decisione favorevole all’autorizzazione (secondo il parere della minoranza) perché nel Consiglio dei Ministri i rappresentanti degli Stati, pur avendo espresso a maggioranza un parere sfavorevole, non hanno raggiunto la maggioranza qualificata! L’annuncio del “via libera” alla patata Amflora avviene dopo che il Commissario all’Ambiente Stavros Dimas (attivo difensore del nostro patrimonio genetico di piante e animali) è stato sostituito, quale responsabile per gli Ogm, dal neonominato Commissario John Dalli, che ha voluto con questa decisione marcare una svolta nella politica di Bruxelles.
L’uso del gene di resistenza alla kanamicina come marcatore è stato autorizzato, pur se con qualche perplessità, dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), mentre l’Agenzia Europea per i Medecinali (EMEA) ha contestato questa decisione in base al rischio che il gene si trasferisca all’uomo, rendendolo alla lunga insensibile ad un farmaco indispensabile. Questo rischio sarà tanto più reale in quanto la patata non sarà utilizzata solo in ambito industriale, ma anche come mangime per animali d’allevamento: tutti coloro che consumano prodotti di origine animale potrebbero divenire insensibili ad un antibiotico prezioso per la salute umana. La voce di protesta che si solleva in Italia prende forza dai seguenti argomenti:
1) L’agricoltura tradizionale e la grande varietà di prodotti tipici sono uno dei nostri maggiori patrimoni nazionali. Essi sono incompatibili con gli Ogm e vanno tutelati con tutte le nostre forze, insieme alla ricerca della qualità e dell’eccellenza.
2) La salute dei cittadini non può essere trascurata per favorire gli interessi delle aziende biotech, che nel diffondere gli Ogm finiranno col contaminare tutto quanto viene coltivato. Ciò riguarda tutte le colture transgeniche, i cui effetti hanno già dimostrato di creare notevoli danni ambientali e di rappresentare un rischio per la salute. Ciò riguarda a maggior ragione la patata Amflora.
L’apertura agli Ogm in Italia non deve avvenire; ci affidiamo al Ministro Zaia, che già tanta determinazione ha mostrato a fianco a noi, per mettere in atto tutti gli strumenti disponibili per sottrarre l’Italia e l’Europa alla strategia di conquista delle aziende biotech ed alle gravi ripercussioni che essa ha, sia economiche e culturali, che ambientali e sanitarie.
Comitato Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949
Sito internet: www.equivita.org

02 marzo 2010

REIKI e IRECA DUE TECNICHE SOLO FINE

Sabato 20/01/2010 si è tenuto presso l’aula magna dell’ospedale Forlanini in Roma la presentazione delle tecnica IRECA la quale è una tecnica di riequilibrio dei chakra.

Come maestro di reiki l’evento mi ha incuriosito e per questo mi sono recata alla presentazione, volevo vedere in che cosa la tecnica IRECA fosse differente dal reiki stesso.

Con grande piacere mi sono trovata accanto a persone che, condividevano il mio stesso pensare e sentire ovvero, persone che hanno a cuore allo sviluppo e il benessere degli altri; l’associazione Life Qualità Project Italia, che diffonde la tecnica IRECA non è a scopo di lucro è, a Roma, a San Giovanni, presso la sede dell’Associazione stessa, operatori IRECA offrono giornalmente e gratuitamente trattamenti per il riequilibrio dei chakra.

L’innovazione di questa tecnica e la differenza tra essa ed il reiki è la velocità del trattamento; reiki e tecnica IRECA hanno come scopo principale quello riportare i chakra a “girare” nel senso ed alla velocità a loro congeniale; entrambe le tecniche prevedono l’uso delle mani degli operatori i quali fungendo da canali indirizzano l’energia sui chakra o centri energetici –come vengono chiamati nell’IRECA -che in quel momento risultano più deficitari; il passaggio dell’energia consente il riequilibrio psicofisico ed il conseguente sblocco della persona che si rivolge agli operatori.

La differenza sostanziale che ho ravvisato tra e Reiki e IRECA è relativa alla durata del trattamento –pochi minuti per l’IRECA tra i 21 minuti e quasi 2 ore nel Reiki- ed alla capacità di portare il soggetto al rilassamento.
Queste differenze non stanno a significare che l’uno sia meglio dell'altro o che l’uno tratti più in profondità e l’altro maggiormente in superficie ma, che tra le due l’IRECA è sicuramente più vicina ai tempi imposti dalla nostra società occidentale.

Nel reiki ogni trattamento diviene un rituale e questo perché il reiki ha origini giapponesi e quindi è calato nella sua cultura la quale, è scandita da tempi e ritmi molto diversi dai nostri; quando eseguiamo un trattamento di reiki tutto l’ambiente è atto a favorire il rilassamento infatti, la luce soffusa, gli incensi e la musica di sottofondo molto dolce e rilassante fa si che la persona sottoposta al trattamento si senta maggiormente accudita e “coccolata”; questo allenta le barriere censorie e fa si che nell’individuo si attivi un processo di immaginazione attiva che, a volte, lo porta ala visualizzazione del colore del chakra a volta, riporta alla mente immagini di avvenimenti occorsi nel passato e caduti nelle maglie della rimozione.

Secondo il mio pensiero la scelta di una delle due tecniche dipende proprio dall’individuo che si sottopone al trattamento infatti, psicologicamente esse sono atte a soddisfare l’esigenza di due personalità differenti:
Una personalità maggiormente autonoma, con sufficiente indipendenza e con un attività fisica e mentale veloce;
Una personalità più dipendente, maggiormente stressata, con maggior desiderio di ambiente accudente e rilassante che, ha il desiderio di addormentarsi cullata dall’attenzione che l’altro ha verso di lui, in questo caso l’individuo deve avere una grande fiducia nel prossimo perché, all’altro affida una parte del suo rilassamento e della sua regressione –lo stato di addormento presume sempre la capacità di lasciarsi andare totalmente, il sonno è uno stato in cui la vigilanza ed il controllo sulla realtà viene momentaneamente perso-

Questo non significa che il reiki e l’IRECA trattano specifici deficit energetici ma individui che, pur presentando gli stessi problemi si affidano a ciò che ritengono più idoneo per la loro personalità; ogni individuo è libero di scegliere e la scelta si fa sia guardando sia al tempo a disposizione sia alla propria individualità infatti, una persona iperattiva che non è in grado di per se’ di rilassarsi, troverà il reiki e la sua “lentezza” stressante mentre un individuo che ama lasciarsi andare e che vuole trascorrere del tempo in compagnia del proprio corpo e che vuole che l’altro gli dedichi tutta la sua attenzione, troverà l’IRECA troppo veloce e quindi poco appagante per l sue necessità psicologiche.

Queste riflessioni mi hanno portato a concludere che Reiki ed IRECA possono felicemente convivere e condividere spazi perché, al riequilibrio dei chakra del reiki corrisponde quello dei centri energetici dell’IRECA e le due tecniche accontentano due personalità, due individualità differenti.

Quando si parla di energia e di cura attraverso di essa non importa la tecnica quello che conta è la capacità e l’empatia che l’altro dimostra verso il disturbo del “paziente” che a lui si presenta.