24 luglio 2009

TINTARELLA SENZA SORPRESE

Con l’omeopatia si scongiurano gli effetti avversi del ketoprofene, contenuto in diversi medicinali antinfiammatori per uso cutaneo


Milano 22 luglio 2009 - Estate è sinonimo di vacanze, di sole e di tintarella e anche coloro che osteggiano l’abbronzatura non possono evitare completamente di esporsi ai raggi del sole.
E’ sufficiente infatti uscire di casa per le commissioni quotidiane per prendere un po’ di sole anche senza volerlo. Un po’ di sole fa bene alla salute, stimolando ad esempio il nostro organismo alla produzione di vitamina D utile contro l’osteoporosi, ma se si stanno assumendo farmaci occorre prestare molta attenzione.
E’ di pochi giorni fa una nota informativa dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, diffusa a tutti medici, secondo cui “in seguito all’uso di medicinali a base di ketoprofene per uso cutaneo sono stati riportati fenomeni d’ipersensibilità cutanea e fotosensibilizzazione, talvolta anche gravi, che possono presentarsi sotto forma di eczema vescicolo-bolloso”. Un pericolo che si nasconde nella maggior parte delle pomate largamente usate per i dolori articolari causate da piccoli incidenti o traumi sportivi.
Curarsi senza trascurare l’abbronzatura è tuttavia possibile grazie ai prodotti omeopatici che, come noto, sono privi di effetti collaterali. “La letteratura scientifica mostra come alcuni medicinali omeopatici siano particolarmente efficaci e godano di altissima tollerabilità nella cura dei processi infiammatori e del dolore a carico dell’Apparato muscolo-scheletrico” afferma il Dr. Sandro Lucaccioni, Reumatologo di Milano. “Tra questi - continua il Dr. Lucaccioni - un’amplissima esperienza è stata condotta negli ultimi 25 anni con due medicinali: Arnica compositum-Heel e Zeel T. L’esperienza di noi medici conferma che il primo è particolarmente indicato per gli stati infiammatori di diversa origine, sopratutto a carico dell’apparato locomotore e di sostegno.
Il secondo agisce invece sui processi infiammatori e degenerativi osteo-articolari, all’origine dell’artrosi, stimolando la funzione e la struttura del tessuto cartilagineo”.
Arnica compositum-Heel – tramite il proprio medico o farmacista - è disponibile in gocce, compresse, pomata o fiale, Zeel T è disponibile in compresse, pomata o fiale.
Ufficio Stampa Guna: Glebb & Metzger
Marco Aurora - maurora@glebb-metzger.it - +39 011 5618236
Davide Palmero - dpalmero@glebb-metzger.it - +39 335 8798019

21 luglio 2009

L’Omeopatia e le altre Medicine Non Convenzionali a L’Aquila

La Protezione Civile ha recentemente stipulato un contratto con la FIAMO (Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati), membro della LMHI (Liga Medicorum Homeopathica Internationalis), per fornire alla popolazione terremotata il sostegno delle Medicine Non Convenzionali, prima tra tutte l' Omeopatia.
Il contratto prevede l’impiego di un container di 60 mq., da cui è possibile ricavare 1 sala d’ attesa e 2 studi medici, oltre ai servizi igienici.
Il merito di questa iniziativa si deve alla tenacia e discrezione della dr.ssa Annarita Aquilio (medico omeopata ed odontoiatra aquilana nonché responsabile del Dipartimento Odontoiatrico FIAMO), la cui opera preziosa in loco è stata coordinata centralmente dal dr. Francesco V. Marino, Vicepresidente FIAMO.
La particolare situazione delle popolazioni colpite da cataclismi configura pienamente un ambito di intervento privilegiato per gli approcci medici sistemici che pongono la persona nella sua unicità al centro della cura, assicurando trattamenti individualizzati e realizzando una cura veramente centrata sulla persona.
Cessata l’emergenza, con tutto il clamore mediatico che ne è derivato, stanno infatti emergendo con sempre maggiore evidenza i postumi traumatici del terremoto, postumi che non risparmiano nessuna categoria, dai bambini agli anziani. I soggetti colpiti necessitano quindi di un particolare ascolto, in quanto la sintomatologia fisica è molto spesso espressione di un disagio ben più profondo. E’ in situazioni come questa che un approccio sistemico, quale quello espresso dall’Omeopatia e dalle altre MNC, può giocare un ruolo decisivo sulla salute globale della popolazione.
Una recente indagine del Censis (gennaio 2009) ha rilevato che oltre il 23% degli italiani, nel 2008, ha fatto ricorso a medicine non convenzionali o complementari e alternative. Si tratta di una fetta significativa di cittadini che, convinti dell'efficacia delle cure non convenzionali (MNC), le utilizzano in modo consapevole, ben sapendo cioè che sono interamente a loro carico.
Attualmente in Italia si contano molti operatori (medici, odontoiatri e veterinari) di MNC. Di questi, circa 12.000 sono rappresentati dal Comitato Permanente di Consenso per le MNC in Italia. Questo organismo rappresenta tutte quelle Medicine Non Convenzionali che la Federazione dei medici (FNOMCeO) e la Federazione dei veterinari (FNOVI) riconoscono come di esclusiva competenza del medico e dell'odontoiatra (agopuntura, fitoterapia, medicina antroposofica, medicina ayurvedica, medicina omeopatica, medicina tradizionale cinese, omotossicologia-medicina fisiologica di regolazione, osteopatia e chiropratica).

La FIAMO e la LMHI esprimono la più viva soddisfazione per questo risultato storico che vede, per la prima volta, l’Omeopatia e le MNC coinvolte in un piano assistenziale di enorme portata e si augura che una tale iniziativa trovi il più ampio consenso all’ interno della Comunità Omeopatica italiana.

A tale scopo invita tutti i professionisti e le aziende del settore a farsi avanti e sostenere con forza questa iniziativa umanitaria e professionale, che apporterà benefici ai pazienti rendendo evidente l’efficacia dell’Omeopatia e la serietà professionale degli Omeopati.

FIAMO (Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati)
LMHI (Liga Medicorum Homeopatica Internationalis)

14 luglio 2009

PROSEGUE ALL'ISS IL DIALOGO SU ADHD E PSICOFARMACI

Si è tenuta venerdì un'articolata riunione all'Istituto Superiore di Sanità - sul tema Adhd e psicofarmaci ai bambini - tra i responsabili del progetto Adhd dell'ISS ed il portavoce di Giù le Mani dai Bambini. Diverse le potenziali novità d'interesse per le famiglie italiane.
ROMA - Si è svolta venerdì presso la sede dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) una lunga ed articolata riunione tra il Direttore del Dipartimento del Farmaco Stefano Vella, il responsabile nazionale del Progetto Adhd Pietro Panei, e Luca Poma, giornalista e portavoce del Comitato "Giù le Mani dai Bambini" (www.giulemanidaibambini.org).
La riunione era stata richiesta nei mesi scorsi con una nota scritta del Comitato - rappresentativo di oltre 230 enti, tra i quali 11 Università, Ordini dei Medici, ASL ed associazioni genitoriali e di promozione sociale - ed i dirigenti dell'ISS hanno deciso di dar seguito all'incontro nell'ambito delle politiche di consultazione e condivisione con la società civile che da tempo sono la "cifra" dell'Istituto. Nel corso dell'incontro si è discusso della gestione del disagio psichico in età evolutiva, con particolare riferimento all’ADHD (Sindrome da Iperattività e Deficit di Attenzione, ovvero bambini eccessivamente agitati e distratti) ed agli strumenti predisposti dal Servizio Sanitario Nazionale in Italia. Sono stati esaminati i dati salienti dell’attività dei centri e servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza come emergono dal database nazionale dell’Adhd. Si è discusso del profilo di rischio degli psicofarmaci ed anche del timore che soggetti etichettati "Adhd" possano essere trattati con farmaci diversi da quelli autorizzati a tal fine. Il rappresentante del Comitato ha espresso alcuni dubbi circa la parziale completezza dei dati forniti dal Registro sul quale sono iscritti i bambini ai quali vengono somministrati psicofarmaci per l'iperattività e l'eccessiva distrazione, ed ha avanzato proposte ritenute migliorative dal Comitato "Giù le Mani dai Bambini". In particolare Poma ha chiesto ai dirigenti ISS se fosse possibile:
- integrare i dati a disposizione dell'ente (bambini diagnosticati Adhd e bambini ai quali attualmente vengono somministrati psicofarmaci) con altri dati di fondamentale interesse, quali ad esempio il percorso terapeutico attivato per quei minori che - pur dignosticati Adhd - non vengono iscritti nel registro in quanto non si ritiene opportuno sottoporli a terapia a base di Ritalin (metilfenidato) o Strattera (atomoxetina);
- dare finalmente atto dell'orientamento di quella parte della comunità scientifica nazionale ed internazionale che non ritiene l'Adhd una malattia, e che non ritiene la somministrazione di molecole psicoattive una "cura efficace" per questi disturbi;
- richiamare in occasione dell'annuale relazione al Parlamento sull'Adhd i numerosi "warning" internazionali anche recentemente emessi da varie agenzie regolatorie (segnatamente USA ed Inghilterra) sulla pericolosità potenziale di questi prodotti psicoattivi, con particolare riguardo all'atomoxetina;
- segnalare nella sezione "Criticità " di detto rapporto anche i punti di vista scientifici distonici rispetto a quelli espressi dal comitato scientifico dell'ISS.
I dirigenti Vella e Panei hanno rassicurato Poma circa le corrette modalità di gestione del Registro nazionale Adhd, impegnandosi comunque a:
- avviare un percorso condiviso con i centri Adhd sul territorio (le ASL autorizzate alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini Adhd) per ampliare la base dati del registro nella direzione richiesta da Comitato "Giù le Mani dai Bambini" e condivisa dall'Istituto, inserendo i dati eventualmente già disponibili nel prossimo rapporto al Parlamento, ed integrandoli successivamente;
- valutare le migliori modalità di presa d'atto e ritrasmissione dell'opinione di quella parte di comunità scientifica – a detta dell’ISS minoritaria ma non trascurabile - non concorde circa l'origine organica dell'Adhd, la sua esistenza come malattia, e l'opportunità di somministrare psicofarmaci ai minori, senza con ciò riconoscere la primazia dell'uno o dell'altro orientamento, ma al solo fine di assolvere al proprio ruolo istituzionale di ente pubblico "super-partes";
- richiamare in un apposito paragrafo del rapporto al Parlamento tutti i recenti "warning" internazionali sulla potenziale pericolosità di questi psicofarmaci, avvisi che peraltro l'Istituto ha sempre tempestivamente notificato alla comunità scientifica anche in passato, in particolar modo grazie al proprio sito internet;
- valutare la possibilità di segnalare nella sezione "Criticità" di detto rapporto anche i punti di vista scientifici distonici rispetto a quelli espressi dal comitato scientifico dell'ISS, al fine di garantire al Parlamento una visione completa e obiettiva di questo delicato scenario. I due dirigenti dell'ISS hanno peraltro ribadito al portavoce del Comitato il senso delle proprie policy di lavoro, con riguardo in particolare alle indicazioni di stringente prudenza nella somministrazione di molecole psicoattive ai minori che hanno da sempre caratterizzato le comunicazioni dell'Istituto verso l'esterno.
Entrambe le parti hanno poi riflettuto circa l'opportunità, in un prossimo futuro, di organizzare momenti di confronto pubblici su queste delicate tematiche, sia nazionali - per agevolare il dibattito tra gli accademici e la società civile - ed anche internazionali, per sollecitare l'attenzione delle agenzie regolatorie estere sull'efficacia del "modello italiano" del Registro Adhd, che sta garantendo tassi di prevalenza del fenomeno Adhd - con particolare riguardo alla somministrazione di psicofarmaci - di gran lunga inferiori a tutte le altre nazioni del mondo.
"Sono moderatamente soddisfatto - ha dichiarato Poma - ovvero sarò più che soddisfatto nel momento in cui tutti i punti analizzati nell'agenda della riunione all'ISS verranno esitati positivamente nell'interesse dei piccoli pazienti. Il clima è comunque stato collaborativo, e questo fa ben sperare. Per quanto riguarda i bambini etichettati "Adhd" ma non iscritti sul registro per il trattamento a base di Ritalin e Strattera, rischiano di rappresentare una specie di 'sommerso': sono in carico comunque alla neuropsichiatria infantile? Siamo sicuri che non assumano nessun'altro tipo di psicofarmaco? Il fatto che non assumano Ritalin o Strattera di per se non ci tranquillizza sulle modalità di presa in carico non farmacologica. Più in generale, restiamo contrari alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini per curare quello che a nostro avviso è un disagio del comportamento, che è l'espressione di problemi sicuramente reali e tali da mettere in seria difficoltà le famiglie e la scuola, ma secondo noi con radici ben più profonde, e non sbrigativamente liquidabili come ‘una patologia organica da curare con una pillola’. Questi psicofarmaci infatti agiscono solo sui sintomi, e non ‘curano’ alcunchè, ma è un fatto tuttavia che in questo momento vengono somministrati nel nostro paese, seppure in aggiunta alla psicoterapia, e quindi dobbiamo dare il nostro fattivo contributo affinchè i protocolli diagnostico-terapeutici siano interpretati nel senso più prudenziale e restrittivo possibile".

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