10 dicembre 2008

Conferenza “Vivisezione o scienza: la verità viene a galla”

Roma, 9 dicembre 2008 – Il “Premio Pietro Croce 2008”, dedicato a colui che con il saggio “Vivisezione o Scienza” ha dato in tutto il mondo il maggior contributo al movimento scientifico antivivisezionista – è stato assegnato al Prof. Luigi Campanella* nel corso della conferenza “Vivisezione o scienza: la verità viene a galla”, svoltasi presso il Campidoglio a Roma.
In apertura, tra gli interventi delle autorità capitoline, l’assessore all’Ambiente del Comune di Roma Fabio De Lillo ha lodato la causa promossa dalle associazioni con il premio Pietro Croce per le metodologie scientifiche sostitutive della vivisezione. Gli interventi scientifici durante il convegno hanno evidenziato come oggi anche le Istituzioni Scientifiche più importanti, come il Consiglio Nazionale delle Ricerche statunitense (NRC) contestino come non affidabile il modello animale usato nella ricerca medica e tossicologica.
L’applicazione pratica di questo nuovo pensiero scientifico deve tuttavia essere accelerata ed è proprio questo lo scopo che si prefigge il “Premio Pietro Croce”, giunto alla sua seconda edizione. Emerge con chiarezza come il metodo vivisezionista sia “inattendibile e inutile, in quanto i risultati ottenuti sugli animali non sono estrapolabili all’uomo”, ha sostenuto il prof. Tamino.Il dr Menache mette in risalto come “la sperimentazione promossa da REACH comporterebbe il sacrificio inutile di 12,8 milioni di animali, un costo di 5 miliardi di euro e ben 2000 anni di tempo per il suo completamento!”.
Utilizzando l’esempio dell’aspartame il dr. Menache ricorda come il paragone tra l’effetto delle sostanze sugli animali e gli uomini non porta ad alcun risultato scientifico.Le alternative ci sono e sia il professor Tamino, che il Prof. Campanella, che il dr Menache, le hanno esposte ampiamente durante i loro interventi. Si sono evidenziati i metodi che si riferiscono all’uomo, come le colture di cellule o la sperimentazione chimica. Occorre quindi promuove una “buona scienza, una scienza che non danneggi l’uomo”, ha affermato il dr. Menache ossia una scienza specifica alla specie, che non deve nuocere e basata sull’evidenza.
Gli esempi di metodi sostitutivi di sperimentazione ci sono, e si parla di varii metodi, tra i quali la tossicogenomica. Infine, nel suo intervento di ringraziamento, il prof. Campanella ha enunciato, come obbiettivo del suo lavoro, quello di contribuire ad abbandonare completamente la sperimentazione sugli animali. Le ragioni per le quali tale metodo di ricerca vede la sua validità progressivamente indebolita nei test di tossicità, sono in sintesi le seguenti: 1) come ci insegnano le nanotecnologie, più che la risposta integrale di un organismo vale quella differenziale (dunque delle singole cellule) che può essere studiata in vitro. 2)
Le risposte dei test su animali sono troppo lente rispetto alle odierne esigenze di sicurezza ed a situazioni di allarme ormai frequenti; 3) Il trasferimento dell’informazione da un tipo di cellule ad un altro (ovvero da una specie all’altra) comporta incertezza nella riposta. *Il Prof Luigi Campanella, ordinario di chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali , Presidente della società Chimica Italiana, e Preside emerito delle Facoltà di Scienze della Sapienza a Roma, ha vinto il premio presentando il progetto “Contributo della Chimica per il Superamento della sperimentazione animale”Comitato Scientifico EQUIVITATel. + 39.06.3220720, + 39.335.8444949 -E-mail: equivita@equivita.it www.equivita.org <http://www.equivita.org>
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09 dicembre 2008

Antidepressivi a bambini di meno di un anno.

COMUNICATO STAMPA DEL 08/12/08
In Australia cresce l’allarme: più di quattromila "depressi" hanno meno di 10 anni, ed oltre cinquecento hanno meno di 5 anni. "Prescizioni inquietanti", dichiara il portavoce del Royal Australian College of Physicians. Poma (Giù le Mani dai Bambini): "Questi psicofarmaci non sono autorizzati per l’età pediatrica, a questi medici dovrebbe essere interdetta la professione.
Il problema è che gli USA, il Canada e l’Australia dettano la linea internazionale in materia".

Prof. Costa (Policlinico Umberto I°): "Stanno avvelenando i bambini, modificandogli in modo irreversibile il sistema nervoso, questi colleghi sono incoscienti e pericolosi"
Camberra – "Antidepressivi ad almeno 4.000 bambini australiani sotto i dieci anni", denuncia il portale della responsabilità sociale "RSI". In Australia, nell'ultimo anno, sono stati prescritti antidepressivi a migliaia di bimbi al di sotto dei dieci anni, tra cui 553 sotto i cinque anni, e 48 con meno di un anno d'età. La notizia è stata pubblicata dal quotidiano "The Australian", sulla base di statistiche del Dipartimento della Salute mai rese note prima di oggi.
I numeri sono in realtà maggiori, perché i dati riguardano solo le prescrizioni a soggetti che godono di forme di rimborso da parte del servizio sanitario nazionale. Ma quali possono essere le circostanze che inducono a prescrivere questi farmaci a bambini così piccoli? "Nessuna che mi venga in mente", risponde il portavoce del Royal Australian College of Physicians, che vorrebbe sapere chi e perché fa queste prescrizioni, che giudica "inquietanti e inspiegabili". Un medico esperto di stati depressivi, Gordon Parker, afferma che "questi numeri sono al di là della mia comprensione, è necessario che il Governo imponga ai medici l’obbligo di fornire una giustificazione scritta quando prescrivono questi psicofarmaci a dei bambini, perché i piccoli pazienti vengono esposti a gravi rischi come la tendenza al suicidio, mentre l'efficacia di queste molecole non è dimostrata".
L'Adverse Drug Reactions Advisory Committee mette in guardia i medici dal prescrivere gli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI), nessuno dei quali è autorizzato per la cura della depressione in pazienti al di sotto dei 18 anni. Queste informazioni sono riportate anche nei foglietti delle avvertenze dei singoli medicinali, ma la prescrizione avviene comunque, perché i medici in realtà possono prescrivere i farmaci anche per indicazioni terapeutiche e fasce d'età diverse da quelle contenute nell'autorizzazione alla messa in commercio. L'antidepressivo più prescritto nell'ultimo anno ai minori australiani è il Prozac, prodotto da Eli Lilly, con 7.833 ricette, 863 delle quali riguardanti bambini al di sotto dei dieci anni. Molto gettonato anche l'Effexor XR, prodotto da Wyeth, che registra 3.347 prescrizioni a ragazzi e bambini, otto dei quali avevano meno di un anno, diciannove avevano tra i due e i tre anni, e quindici avevano cinque anni.
Commenta il Prof. Emilia Costa (Primario di Psicofarmacologia al Policlinico Umberto I° di Roma): "La prima cosa che mi viene in mente per commentare questa notizia è che pratiche di questo genere sono inaudite: stanno avvelenando bambini così piccoli, perché qualunque clinico si sa benissimo che nei primi anni di vita l’apporto di sostanze psicoattive modifica l’assetto del sistema nervoso centrale, in modo anche irreversibile. Questi medici sono incoscienti e pericolosi" Interviene sulla situazione australiana anche Luca Poma, giornalista e portavoce nazionale di "Giù le Mani dai Bambini", il più rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica (www.giulemanidaibambini.org): "Il problema è che Stati Uniti, Canada ed Australia dettano la linea internazionale in materia. Spero che il Governo australiano prenda provvedimenti seri: questi psicofarmaci non sono autorizzati per l’età pediatrica, ma qualcuno li prescrive comunque ignorando ogni cautela.
A questi medici dovrebbe essere interdetta la professione".
Media relation: 337/415305 – portavoce@giulemanidaibambini.org

05 dicembre 2008

Il primo Congresso Internazionale di Medicina Ayurvedica in Italia!

Milano 25 novembre 2009 – Presentato a Kerala (India), Ayurveda: Il senso della Vita - il I° Congresso Internazionale di Medicina Ayurvedica in Italia - ha già riscontrato grande successo internazionale. Tra i relatori anche il Premio Nobel per la Fisica, Brian D. Josephson che dal 1971 ha studiato la relazione esistente tra mente e materia (è responsabile del Progetto “Mind-Matter Unification” presso i Cavendish Laboratories di Cambridge, UK)

Obiettivi
La Medicina Ayurvedica in Europa è a un punto cruciale per quanto riguarda il suo riconoscimento da parte dei governi. Molte università e istituzioni scientifiche infatti sono favorevoli a ritenere l’Ayurveda una vera e propria scienza; la sua legittimazione consentirà l’approfondimento della ricerca nel settore e, di conseguenza, di poter valutare scientificamente anche le sue possibilità di applicazione.

Il congresso, quindi, mira alla traduzione in termini occidentali dell’antica saggezza dell’Ayurveda che va ben oltre i confini della medicina. Per questo motivo la partecipazione è aperta a scienziati e ricercatori di tutte le discipline con l’obiettivo di innescare un’onda di consapevolezza pratica nella comunità scientifica affinché sia possibile sperimentare una nuova modalità di osservare, studiare e comprendere le relazioni esistenti tra Uomo, Ambiente e Natura.
Oltre al Programma Preliminare che prevede 4 macro sessioni (Forma della Realtà, Forma dell’Ambiente, Forma della Nutrizione, Forma della Salute), sabato 21 marzo al termine delle sessioni congressuali si terrà una tavola rotonda dedicata a temi quali:

1. Interventi sulla Bioetica dell'Ayurveda e delle medicine non convenzionali.
2. Presentazioni delle linee guida della buona pratica in Ayurveda.
3. Considerazioni sulla figura e ruolo del terapista in Ayurveda e suo rapporto con il medico e paziente. Esame delle attuali proposte di legge.

Aggiornamenti e informazioni sul sito http://www.ayurvediccongressinmilano.com/
Contattiwindsorcommunication ph. 039 2494036
mob 331 7552925 Email segreteria@windsorcommunication.it

04 dicembre 2008

Nasce la Scuola di Naturologia Estetica Applicata

URBINO – Il settore dell’estetica, oggi come oggi, sta assumendo un’importanza notevole anche nell’ottica di un benessere psico-fisico di tutta la persona. Per questo occorre formare personale specializzato in grado di fornire risposte alle molteplici richieste delle utenze.

Con questo intento nasce la Scuola di Naturologia Estetica Applicata promossa dall'Istituto di Medicina Naturale, che si avvale di 25 anni di esperienza nel settore della formazione nell'ambito della Naturopatia, in collaborazione con Centro Studi Erbavita, forte della sua formazione in Fitoterapia.
La Scuola di Naturologia Estetica Applicata si pone l'obiettivo di arricchire la professionalità delle estetiste con aspetti teorico-pratici espressi dalla visione naturopatica. Questo significa evolvere il comune concetto di estetica come attenzione per l’aspetto fisico ed esterno del corpo verso un più completo concetto di benessere energetico-emozionale. La Scuola prevede 320 ore di didattica teorico-pratica suddivise in due anni e 10 seminari all’anno di due giorni (il primo seminario si terrà sabato 25 e domenica 26 gennaio 2009).
A conclusione di ciascun modulo, verrà rilasciato agli iscritti (20 è il numero massimo) un attestato di frequenza, mentre al termine dell’iter formativo verrà consegnato il certificato di eseguita formazione in Naturologia Estetica Applicata, previa discussione di una tesina finale preparata dai corsisti.

Il termine ultimo delle iscrizioni è fissato per il 30 dicembre. Entro tale data, i candidati dovranno far pervenire alla segreteria dell’Istituto di Medicina Naturale il modulo di iscrizione compilato e sottoscritto (è possibile scaricare il modulo anche dal sito www.informazione.it).

Per informazioni:

Istituto di Medicina Naturale di Urbino
Via G. Dini 13 – Urbino
0721.351420
info@istitutomedicinanaturale.it

02 dicembre 2008

PETIZIONE: “NO AGLI OGM: sono contrario agli alimenti geneticamente manipolati”

Il prossimo 4 dicembre, nel corso del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, si deciderà la riforma della procedura di autorizzazione degli Ogm in Europa. Nonostante dalle Organizzazioni della Società Civile si sia levata forte la richiesta di rendere più severo il processo di valutazione di sicurezza degli Ogm (facendolo rispondere a rigorosi criteri scientifici ed annettendovi un’analisi dell’impatto socio-economico delle colture gm), è possibile che la procedura sia invece ridisegnata per facilitare l’autorizzazione dei transgenici e sciogliere il contenzioso commerciale che oppone le aziende del biotech alla Commissione europea.
La Coalizione europea contro gli Ogm lancia dunque l’allarme e chiede a tutti coloro che si oppongono alla coltivazione e al consumo degli Ogm in Europa di inviare ai decisori nazionali ed europei un semplice messaggio: NO AGLI OGM.Se siete d’accordo con noi aderite a questo appello, nel modo seguente:
rispondete a questa e-mail inoltrando a noi il messaggio “No agli Ogm” e indicando i vostri dati in modo completo, oltre alla vostra eventuale organizzazione di appartenenza.
inoltrate questo messaggio al maggior numero di persone possibile, chiedendo che inviino a noi la le stesse 3 parole: “No agli Ogm” (email: equivita@equivita. It).

Le adesioni che ci restituirete saranno da noi inoltrate agli esponenti della Commissione europea ed ai ministri competenti. LE RAGIONI DEL NOSTRO NO, in sintesi Vogliamo che la Commissione UE, i Ministri e i Governi, ci rappresentino. Attualmente essi obbediscono all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Questa rappresenta le maggiori multinazionali agrochimiche-biotecnologiche, fermamente intenzionate ad annullare gli sforzi che vengono fatti a livello nazionale e regionale per fermare gli Ogm (come in Polonia).Gli Stati dell’UE hanno già firmato, all’insaputa dei loro cittadini, un accordo per autorizzare gli Ogm in Europa. Il WTO adesso impone gli Ogm perché il mancato rispetto del contratto implica il pagamento di multe miliardarie. L’opinione pubblica è la sola a non esserne al corrente. Nonostante siano ascesi al potere con “voti democratici”, i rappresentanti dei cittadini fanno credere di agire nella legalità, mentre è la Commissione che prende le decisioni e le prende a favore degli Ogm. Ma l’autorizzazione della Commissione alla diffusione di Ogm potrà rivelarsi la decisione più dannosa mai presa nella storia degli accordi commerciali dell’intero pianeta.L’IMPATTO DEGLI OGM, in sintesi

Il fine delle multinazionali agrochimiche-biotech è di brevettare quanti più possibili animali, piante ed esseri umani. I cittadini pagheranno cifre elevate per quello che la natura fornisce gratuitamente.
L’agricoltura intera sarà contaminata dagli organismi geneticamente manipolati e presto l’agricoltura biologica non potrà più sopravvivere.
Tutti gli animali subiranno un cambiamento genetico. Nessuno può prevedere questi cambiamenti e le malattie che ne potranno derivare. La natura tiene gruppi di animali e di piante separati, in modo da consentire la ricerca delle cause di ogni malattia. Adesso gli scienziati “copiano e incollano” i geni di un organismo, operano cambiamenti anche all’interno del suo stesso genoma, e poi aggiungono le modifiche genetiche operate nelle piante che lo alimentano. E’ evidente che sarà impossibile rintracciare le cause di qualsiasi futuro problema.

Se piante e animali sono geneticamente manipolate, l’uomo che se ne ciba sarà, naturalmente, anch’egli sottoposto a modifiche genetiche. In caso di malattie sarà ancora più difficile risalire all’origine del problema, essendo l’uomo ancora più complesso di un animale o di una pianta. ULTERIORI CHIARIMENTI sugli OGM L’ingegneria genetica consente agli scienziati di creare piante, animali e micro-organismi manipolando i geni in un modo che non ha riscontro in natura. Gli scienziati prendono i geni di una pianta o di un animale e li mescolano con quelli di un'altra specie alterando la struttura genetica dell’organismo. Il problema è che allo stato delle attuali conoscenze non vi è alcuna garanzia che questa intrusione nella natura sia priva di conseguenze pericolose.Praticando un’intensa attività di lobby presso la Codex, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i ministri dell’Agricoltura, la Commissione europea, il WTO, gli stessi agricoltori e molti altri soggetti, l’industria dell’ingegneria genetica tenta di farci credere che la modifica del codice genetico dei vegetali sia finalizza a creare “prodotti migliori” e sia “assolutamente necessaria” nel mondo. Ma queste affermazioni ingannevoli nascondono un’altra finalità: acquisire il maggior numero possibile di brevetti su sementi, piante, cibo e farmaci, Per istituire un monopolio globale sui rispettivi mercati.Basta considerare che il mercato delle sementi è oggi in mano a 10 sole transnazionali, mentre trentacinque anni fa era suddiviso tra 7000 aziende, nessuna delle quali detentrice di una quota superiore allo 0,5% del totale. Ora 10 “corporations” soltanto controllano il 49% del mercato mondiale e producono, per giunta, sementi che non si riproducono in modo naturale.
COSA SPINGE GLI OGM SUL MERCATO MONDIALE con tanta arroganza?E’ il potere dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Permettere a transnazionali potenti come la Monsanto, la Dupont e la Dow Chemicals di sopraffare la volontà e le leggi degli Stati membri, significa aprire un’imperdonabile breccia in un’agricoltura europea largamente libera da Ogm. Secondo le leggi sul commercio del WTO, infatti, è lecito richiedere esclusivamente standard minimi di sicurezza, e chiunque provi ad imporre criteri più rigorosi - com’è accaduto con la messa al bando della carne bovina statunitense trattata con l’ormone della crescita - può essere giudicato colpevole di limitare la concorrenza in modo sleale.
Oggi l’Unione europea è tenuta a pagare ogni anno una sanzione di 150 milioni di dollari per mantenere il proprio divieto sulla carne bovina: è evidente, quindi, che le regole del WTO mettono gli interessi del libero commercio e delle aziende agrochimichebiotech al di sopra della volontà degli Stati membri e al di sopra della salute dei loro cittadini. Alcuni anni fa, gli Stati europei hanno firmato un accordo in sede WTO con il quale si sono impegnati a consentire l’ingresso degli Ogm in Europa. Ciò vuol dire, di fatto, che una volta emesso il giudizio conclusivo alla fine di quest’anno, la Commissione europea deve completare il processo di autorizzazione per le 24 richieste di coltivazione di Ogm ancora pendenti. In Europa, stati come la Polonia (l’unico stato coraggioso che ha messo completamente a bando gli Ogm) sono minacciati con multe colossali e lunghe azioni giudiziarie. La Polonia non vuole usare gli Ogm ed è costretta a farlo! Chiunque sia dotato di buon senso capirà che manipolare il codice genetico di sementi, piante, animali ed esseri umani, codici tanto complessi da presentare interrelazioni per noi ancora impossibili da cogliere, significa porsi in condizione di estremo pericolo. Se lasciamo che gli Ogm siano introdotti in Europa, ci esporremo ad un rischio enorme, le cui conseguenze sono impossibili sia da immaginare che da gestire.Infatti Alan Carpenter, premier australiano, ha chiesto che gli Ogm siano sospesi in tutto il paese fino a quando non saranno stati effettuati studi più approfonditi. E’ necessario capire che le transnazionali e tutti coloro che le sostengono (ministri, legali, scienziati, funzionari, ecc …) non tengono in alcun conto la salute degli esseri umani, degli animali e della terra.
I giornali, i programmi televisivi e la pubblicità sono utilizzati per manipolare l’opinione pubblica e indurla ad accettare i cibi geneticamente modificati. Il fine delle multinazionali è quello di acquisire con il binomio modificagenetica-brevetto un monopolio assoluto sulle risorse umane. I diritti di brevetto sugli organismi viventi si maturano ad ogni ciclo riproduttivo (il brevetto copre tutta la discendenza) e si riscuotono di conseguenza almeno una volta all’anno..
La propaganda delle transnazionali cerca di manipolare la coscienza dei cittadini affermando, sulla base di studi proposti dalle stesse transnazionali e trascurando i sempre più numerosi e autorevoli studi indipendenti che dimostrano il contrario (*), che i cibi gm daranno da mangiare a milioni di affamati… e tacciando di egoismo chi vi si oppone.Dopo 10 anni di propaganda gli Ogm non hanno mantenuto le loro promesse. Al contrario, hanno portato a un uso più intenso di pesticidi, a una minore produttività e a costi di produzione più elevati, insieme alla minaccia per la sicurezza alimentare. Le prove scientifiche che dimostrano gli enormi rischi creati per la salute, l’ambiente e l’agricoltura aumentano costantemente. Come cittadini siamo trascinati in una discussione sui pericoli dell’agricoltura transgenica e siamo obbligati a dare una risposta per il SI o per il NO. Ma in realtà la discussione dovrebbe essere incentrata sul nostro assenso o dissenso alla brevettazione del cibo, della salute, della vita. Ciò che a monte si deve decidere è se un simile brevetto è legale. Ecco la vera discussione da fare!