29 gennaio 2009

GRAVI DANNI AL FEGATO IN USA, L’FDA LANCIA L’ALLARME

COMUNICATO STAMPA DEL 26/01/08

La Food and Drug Administration ha emesso un “warning” per danni epatici potenzialmente mortali a carico dello Strattera®, lo psicofarmaco che viene somministrato anche in Italia per gestire i bambini iperattivi, agitati e distratti, ma l’Agenzia Italiana del Farmaco non ha ancora preso alcuna iniziativa. (Poma, Giù le Mani dai Bambini) “Non siamo affatto stupiti, abbiamo evidenziato all’AIFA ed all’ISS la pericolosità dello Strattera molto tempo fa, ma hanno deciso di autorizzarlo comunque alla commercializzazione.
Si assumeranno tutte le responsabilità in caso di decesso di bambini italiani”. (Prof. Fava Vizziello, Neuropsichiatra Infantile UniPadova): “Oltre ai problemi al fegato, vedo bambini completamente appiattiti dallo psicofarmaco, totalmente disinteressati all'ambiente e con lo sguardo vuoto: mai come oggi è necessaria questa campagna informativa che spiega i rischi dell’uso di queste molecole sui bambini”

(Rockville, USA) - La Food and Drug Administration, dopo l’ennesimo report per gravi danni epatici – anche mortali - riportati da picoli pazienti trattati con lo psicofarmaco atomoxetina (nome commerciale Strattera®), ha emesso una comunicazione urgente indirizzata a tutti i medici autorizzati all’esercizio della professione negli Stati Uniti, sollecitandoli ad informare immediatamente le famiglie dei loro pazienti circa i rischi associati all’uso del medicinale, con preghiera – avvisa l’FDA – “di contattare il proprio medico al primo sintomo di fatica, perdita di appetito, nausea, vomito, prurito, urine scure, ittero della pelle, gonfiori dell’area epatica o inspiegabili sintomi influenzali”.
Lo Strattera® fu approvato il 26/11/2002 come psicofarmaco per trattare i bambini iperattivi, distratti ed agitati. Dal 2002 al 2007, circa 3,3 milioni di pazienti hanno ricevuto prescrizioni di atomoxetina nei soli Stati Uniti, e di essi circa 2,1 milioni (64%) erano minorenni. L’FDA nella sua comunicazione scrive che “mentre nella fase di pre-commercializzazione non erano stati evidenziati segnali circa possibili danni gravi al fegato, i report successivi alla commercializzazione hanno identificato nell’atomoxetina un elemento causante malattie epatiche, anche gravi ed a volte mortali”. A seguito di tali reports, nel 2004 è stata resa obbligatoria l’aggiunta di un avviso in grassetto sui foglietti illustrativi di questo psicofarmaco, indicante i potenziali rischi di gravi danni al fegato. Nonostante queste misure precauzionali, l’FDA dichiara di aver ricevuto “sei ulteriori report di gravi danni epatici in pazienti trattati con atomoxetina”. A seguito di ciò, i foglietti sono stati ulteriormente rivisti in senso ancor più restrittivo nel 2007, ma le segnalazioni non cessano di pervenire.
“Gli operatori della salute e i pazienti – sostiene l’FDA - devono quindi essere messi in guardia dai gravi rischi epatici associati all’uso di atomoxetina e riferire immediatamente eventuali casi al programma federale di controllo MedWatch”. Il fegato è il principale organo che metabolizza i farmaci, ed a volte questi possono causare danni alle cellule epatiche: da aumenti di attività enzimatica nel sangue, ad un vero e proprio collasso dell’organo con conseguente necessità di trapianto. “Questo tipo di danni possono portare anche al decesso – dichiara l’FDA - e questa è una delle ragioni principali per cui un farmaco viene rimosso dal mercato”.
“Non siamo purtroppo stupiti per ciò che sta accadendo il USA – ha dichiarato Luca Poma, giornalista e portavoce di Giù le Mani dai Bambini, il più attivo Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica – perchè il nostro primo avviso in Italia sulla pericolosità dello psicofarmaco Strattera® è del dicembre 2005, e l’abbiamo ripetuto nel febbraio 2007, ma l’Istituto Superiore di Sanità li ha pressochè ignorati e l’Agenzia Italiana del Farmaco ha deciso di autorizzare comunque al commercio questa molecola, che è pericolosa per i nostri bambini.
Questi enti si assumeranno la piena responsabilità per tali decisioni, nella denegata ipotesi in cui qualche piccolo paziente avrà problemi gravi con questo psicofarmaco: non potranno dire che non sapevano”. Il Prof. Graziella Fava Vizziello, Primario, Neuropsichiatra Infantile e Professore Ordinario di Psicologia all’Università di Padova, ha dichiarato al riguardo: “In questo ultimo periodo continuiamo a ricevere bambini in trattamento farmacologico, etichettati ‘Adhd’ in qualche centro specializzato. Con questi ‘miracolosi’ psicofarmaci in commercio, i genitori preferiscono far classificare il figlio come ADHD piuttosto che affrontare situazioni complesse e mettersi davvero in gioco per risolverle. Spesso i genitori si rendono conto che i bambini stanno soffrendo anche gravemente a causa del trattamento farmacologico, e li portano da noi con il sospetto che qualcosa non stia funzionando, ma non decidono di far sospendere il farmaco per paura di perdere il controllo della situazione ed essere loro stessi reponsabili di conseguenze imprevedibili.
Oltre agli effetti dello Strattera sul fegato, ho visto bambini completamente appiattiti, totalmente disinteressati all'ambiente, con lo sguardo vuoto ed ‘immobilizzati’ dal farmaco, più che calmati. Mai come oggi è necessaria questa campagna informativa, che illustra i rischi dell’uso di questi psicofarmaci sui bambini”.

Per media relations: 337/415305 – portavoce@giulemanidaibambini.orgIl “warning” della Food and Drug Administration è attualmente consultabile in lingua inglese alla URL http://www.fda.gov/cder/dsn/2009_v2_no1/postmarketing.htm#atomoxetine

Riscopri e sviluppa le tue facoltà superiori

DOMENICA 15 FEBBRAIO 2009seminarioLA QUINTA VIA
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La Quinta Via è il percorso che conduce al Magico Reame dell¹Inconscio per incontrare la grande Guida, il tuo vero Maestro!Porta alla luce quello che sei. Libera il tuo vero Sé!
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21 gennaio 2009

Appuntamento a febbraio con il terzo Convegno “Sinergie Vincenti tra Medicina Allopatica e Medicina Naturale”

Il focus di questo evento formativo sarà la salute del tessuto cutaneo come specchio dell’equilibrio organico e psico-emotivo. Un confronto fra ricercatori di diversa formazione.

Il 25 febbraio si svolgerà a Cremona il terzo convegno promosso da LUMEN sulle sinergie possibili tra la medicina allopatica e la medicina naturale. Argomento dell’incontro, per il quale è stato richiesto l’accreditamento ECM per Medici, Farmacisti, Infermieri e Psicologi, sarà: “Tessuto cutaneo, prezioso confine”.

Il programma prevede un affascinante viaggio alla riscoperta della “pelle” che in quest’ambito verrà considerata, come si dovrebbe, parte integrante di un insieme fisiologico più grande comunemente chiamato uomo. In quest’ottica verranno rivalutate le diverse abitudini quotidiane (nutrizione, moto, comportamento, relazioni, ecc.) come possibili concause delle affezioni cutanee.
Milena Simeoni, Direttrice Didattica di LUMEN – Istituto di Medicina Naturale che propone corsi aperti al pubblico e ai professionisti, considera questa iniziativa parte integrante della mission formativa di LUMEN.

«Lavorando a contatto anche con professionisti del settore sanitario, che rappresentano una percentuale rilevante degli iscritti ai nostri corsi» dichiara la Simeoni «siamo convinti che la formazione olistica e naturopatica, oltre che giovare all’utente finale, possa divenire strumento complementare per i professionisti sanitari».

“Sinergie Vincenti tra Medicina Allopatica e Medicina Naturale” è il tema del progetto che LUMEN, Istituto di Medicina Naturale, organizza per promuovere modelli cooperativi fra diverse metodologie di cura. Tutto ciò potrebbe dare origine ad un nuovo sistema integrato, in cui i protagonisti della salute, indipendentemente dalla loro matrice formativa, sono in grado di dare un servizio idoneo alla natura inscindibile dello psico-soma.
LUMEN, patrocinata dalla Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/i per il triennio 2007-2009, dall'IPASVI di Piacenza per l'anno 2007 e dalla Provincia Lombardo-Veneta Ordine Ospedaliero di S.Giovanni di Dio Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro, è una Scuola di Naturopatia che offre un’ampia proposta di corsi professionali di formazione e specializzazione nel settore della Naturopatia e delle Medicine non convenzionali.

Ufficio stampa LUMEN
Alexia Cassinari
alexia.cassinari@naturopatia.org
Tel 0523 838172

Per informazioni:
LUMEN - Istituto di Medicina Naturale
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Equivita - notiziario n. 18

Roma, gennaio 2009
In un momento di crisi così profonda come quella economica, energetica, ambientale e climatica che investe oggi il mondo intero, è più difficile degli altri anni, per me, scrivere questo Notiziario usando il mio abituale ottimismo, quello necessario a portare avanti gli ideali che ci siamo prefissi e che oggi è più che mai indispensabile perseguire.
Eppure ritengo che possiamo, usando molto coraggio e una visione proiettata nel futuro, vedere questa crisi come un evento positivo: vederla come un’indispensabile fase di transizione, come un’occasione, unica quanto rara, di cambiare infine il mondo.
I nostri leader politici hanno creduto fino ad oggi di poter governare il pianeta sposando le richieste dei poteri economici, adottando l’ideologia neoliberista (che io chiamerei “legge del più forte”) e quella delle privatizzazioni, in cui tutto - dai beni comuni (come l’acqua, le piante e gli animali), fino ai servizi sociali (conquistati dai cittadini con secoli di lotte in difesa dei diritti umani) - doveva essere trasformato in merce di proprietà privata e doveva creare profitto.
Questo ha favorito solo un’esigua minoranza, la cui ricchezza aumentava, mentre altrove cresceva a dismisura la povertà. Alcuni hanno creduto, in buona fede, che lo sviluppo tecnologico ed economico, pur se incurante dei danni ambientali e sociali (rimediabili dopo… essi dicevano) avrebbe aiutato la democrazia ed il benessere generale.
Ma oggi anche i nostri leader hanno scoperto che il danno fatto ai tanti, più deboli, si è trasformato, quale gigantesco boomerang, in danno fatto a tutti. Oggi sappiamo che solo un’inversione di rotta a 180 gradi potrà frenare la crescita della disoccupazione e della fame (pure nei paesi ricchi), potrà impedirci di assistere, anche nei gelidi mesi invernali, allo sbarco di migliaia di clandestini in cerca di sopravvivenza sulle coste italiane … potrà salvarci tutti quanti.
Seguendo una sola strada: una politica ed economia mondiali totalmente rinnovate, basate sulla giustizia globale e la tutela dei più deboli. La democrazia non dovrà, non potrà più essere, come dice George Monbiot, (L’era del consenso) “confinata nello stato nazionale, bloccata alla frontiera, con la valigia in mano, senza passaporto …”, ma dovrà essere il pilastro delle istituzioni internazionali, prima di ogni altra del WTO (ovvero Organizzazione Mondiale del Commercio, che Susan George definisce “un cavallo di Troia nella Città della democrazia”).
Noi vorremmo sostituire il WTO con il WSO o “Organizzazione Mondiale della Solidarietà”… Ci sostiene in questo pensiero Edgar Morin, famoso sociologo francese, che ritiene indispensabile un ritorno all’etica: “Oggi bisogna cambiare l’egemonia della quantità in favore della qualità e di beni immateriali come l’amore e la felicità” (la Repubblica, 29/12/08). “La cultura materialista, egli dice, avrà un declino inesorabile e sarà sostituita dalla cultura dell’immateriale, che è anche l’unico modo che consentirà a tutti di vivere sulla stessa terra”. In questo senso, gli ideali per i quali ci siamo sempre attivati potranno e dovranno subire una spinta positiva.
Infatti, anteporre la difesa della salute pubblica agli interessi delle industrie chimiche, privilegiare la tutela della biodiversità e il nostro diritto ad una scelta alimentare naturale rispetto all’espansione degli Ogm voluta dalle aziende biotech (con il fine di controllare, attraverso i brevetti, il mercato del cibo) saranno le scelte logiche e spontanee della nuova visione della nostra società, che già, in qualche modo, in mezzo a mille difficoltà e contraddizioni, si sta facendo strada. Nel corso del 2008 l’impegno di EQUIVITA è continuato sia sul fronte prioritario della sperimentazione animale (e quello ad esso strettamente collegato della difesa della nostra salute dalle sostanze tossiche) che sul fronte, ormai storico, delle biotecnologie (per frenare l’uso improprio degli Ogm ed i brevetti sul vivente). I) La sperimentazione animale:L’evento più importante organizzato quest’anno da EQUIVITA (con il Movimento Ecologico Nazionale UNA e Animalisti Italiani), la conferenza “Vivisezione o scienza: la verità viene a galla”, si è svolto nella sontuosa cornice della sala “Pietro da Cortona” dei Musei Capitolini, in Campidoglio, messa a disposizione per noi dalla nuova Amministrazione Comunale di Roma (ricordiamo che il sindaco Alemanno fu, quale Ministro dell’Agricoltura, nostro ottimo alleato nella lotta anti-Ogm).
Nel corso della conferenza è stato assegnato il Premio Pietro Croce per l’abolizione della Sperimentazione Animale, 2a edizione (offerto dal Movimento UNA e da Animalisti Italiani). La scelta unanime della giuria è andata al progetto “Contributo della Chimica per il Superamento della sperimentazione animale” , del Prof. Luigi Campanella, ordinario di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali e preside emerito delle Facoltà di Scienze a “La Sapienza” di Roma, oltre che attuale Presidente della Società Chimica Italiana, “per avere indicato un filone di ricerca sostitutivo della sperimentazione animale, che, basato sull’utilizzo di cellule umane in coltura e di sistemi enzimatici, applica chimica e biologia per fornire informazioni sicure e veloci sulla tossicità di nuovi composti”.
Il Prof. Adolfo Panfili, presidente AIMO, aprendo la conferenza, ha illustrato l’importanza dell’attuale momento storico per la ricerca, mentre l’Assessore all’Ambiente, dott. Fabio de Lillo, lodando tutta la nostra attività, ha promesso per l’anno prossimo massima accoglienza dal Comune e anche partecipazione concreta al Premio Croce.
Sono poi intervenuti il dott. André Ménache (direttore di Antidote Europe), il nostro presidente prof. Gianni Tamino e la dott. Chiara Scanarotti dell’Università di Genova (del gruppo di lavoro della Prof. Susanna Penco) che, nel riscuotere la seconda tranche del Premio Croce 2007, ha illustrato lo studio sulla produzione nel corpo umano delle citochine in presenza di agenti irritanti.
Il neo-premiato Prof. Campanella ha chiuso la conferenza esprimendo la sua soddisfazione per avere raggiunto un obbiettivo per lui prioritario: dare un contributo alla fine totale della sperimentazione animale. Luigi Campanella ha spiegato che questo metodo di ricerca non è più considerato valido nei test di tossicità per ben tre ragioni:
1) come insegnano le nanotecnologie, la risposta differenziale (dunque delle singole cellule), che può essere studiata in vitro, vale, in un organismo, più di quella integrale.
2) Le risposte dei test su animali sono troppo lente per le odierne esigenze di sicurezza e per le frequenti situazioni di allarme.
3) Il trasferimento dell’informazione da un tipo di cellule all’altro (o da una specie all’altra) comporta incertezza nella riposta.L’occasione del Premio Croce ci ha permesso anche di parlare dell’importante Protocollo d’Intesa (MOU) firmato a Boston il 15 febbraio scorso - in occasione del congresso dell’Associazione Americana per l’Avanzamento delle Scienze, AAAS – dalle tre più importanti agenzie di ricerca e di controllo statunitensi: il National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS), il National Human Genome Research Institute (NHGRI) e la Environmental Protection Agency (EPA), per un grande progetto quinquennale di tossicologia cellulare.
Con questa iniziativa, riportata dalla rivista “Science” (15/2/08), gli USA hanno messo in atto quanto suggerito a luglio 2007 dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (NRC) con il Rapporto “Tossicologia del XXI secolo” (vedi nostro Notiziario N° 17).“La tossicologia cellulare e tossicogenomica si basano, ha spiegato Francis Collins, direttore del NHGRI, sull’osservazione in vitro della reazione delle cellule ad una molecola. Non servono cavie, ma linee cellulari umane. Si studiano le reazioni del materiale genetico cellulare dopo avere applicato – a concentrazioni e per durata di tempo variabili – la sostanza da analizzare su ogni tipo di cellule (renali, epatiche, pancreatiche, cerebrali, ecc).
Come riporta “Science” (15/2/08), e come sostiene da sempre uno dei promotori della tossicogenomica, Claude Reiss, presidente di Antidote-Europe, “l’enorme interesse di questo metodo sta anzitutto nel suo alto livello di automazione e di rapidità, che riduce immensamente i costi”. Scrive “Le Monde” nell’articolo “La tossicologia prepara la sua rivoluzione cellulare” (19/2/08): “Mentre prima si potevano effettuare in un anno dai 10 ai 100 test tossicologici (sui roditori), con la tossicogenomica si possono portare a termine più di 10.000 test in un solo giorno”.
Ciò consente di salvare le vite umane, consente la vera prevenzione. Questa richiede infatti l’analisi delle innumerevoli sostanze potenzialmente tossiche che sono intorno a noi e anche delle loro tante combinazioni (fino ad oggi impossibili da valutare) che causano il costante aumento di malattie quali cancro (specie nei bambini, vedi cover-story “SOS BAMBINI: diossina e tumori”, l’Espresso 18/12/08), Alzheimer, Parkinson, sterilità, malformazioni, asma, ecc. II) La difesa della nostra salute dalle sostanze tossiche: Chi, trascurando strumenti tanto efficaci, continua a valutare la tossicità sul “modello animale”, ormai da tutti riconosciuto come poco affidabile, pecca di grande irresponsabilità.
Fin dai primi dibattiti sul testo del Regolamento Europeo REACH (per la Valutazione e Autorizzazione delle Sostanze Chimiche immesse nell’Ambiente, già varato il 1/6/07), abbiamo tentato, organizzando conferenze e conferenze stampa, sia in Italia che a Bruxelles, di introdurre questo concetto nella legislazione europea (vedi gli ultimi nostri Notiziarii). Il 12 febbraio del 2008 Claude Reiss (per Antidote Europe) e la sottoscritta (per Equivita) abbiamo ottenuto un incontro a Bruxelles con il Vice-Presidente della Commissione Europea, On. Franco Frattini, che è stato da noi aggiornato sulle grandi innovazioni avvenute negli USA con il Rapporto “Tossicologia del XXI° secolo” del National Research Council.
Il Commissario ha prestato la massima attenzione al tema ed ha promesso di interessarsi al ricorso presentato da Antidote alla Commissione Europea in merito alla validazione della tossicogenomica. Per noi è stato importante anche proseguire, nel 2008, la campagna contro l’uso improprio degli insetticidi (o pesticidi) e sostenere gli apicoltori in protesta per la moria delle api. Malgrado le tante promesse di una imminente ordinanza contro le disinfestazioni insetticide, nessuna decisione è giunta dall’assessore all’Ambiente della Regione Lazio.
Un grazie caloroso va invece al Sottosegretario alla Salute del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Francesca Martini, per la sua coraggiosa ordinanza contro i neonicotinoidi usati in agricoltura, responsabili della recente grave moria delle api. Ci auguriamo possa proseguire tutelando la nostra salute, anche da altri pericolosi pesticidi. III) Sul fronte degli Ogm e dei brevetti sul vivente.
La nostra attenzione è stata sempre vigile e siamo intervenuti in molte occasioni, come ad esempio: a) Nell’opporci alla clonazione animale, autorizzata negli USA per gli allevamenti (“bistecca clonata”). La proposta di questo metodo di riproduzione nasconde sempre la volontà di avviare una “produzione industriale” di animali che hanno subito una modifica genetica per produrre più carne, o più latte, o più lana o altro (la clonazione non offre vantaggi con le specie tradizionali, mentre è la sola maniera per conservare inalterati, nella discendenza, dei caratteri genetici artificialmente introdotti: è dunque necessaria per animali gm).
La clonazione consente dunque, a chi detiene i brevetti degli animali modificati, di conquistare, attraverso questi brevetti, l‘immenso settore della zootecnia nel mercato del cibo. Con ulteriore danno per la sovranità alimentare dei popoli e per la loro sicurezza alimentare, messa a repentaglio sia per la qualità (è sempre stato riconosciuto, anche da Ian Wilmut, creatore di Dolly, che gli animali clonati hanno problemi di salute), sia per la disponibilità (a causa della riduzione della biodiversità, ovvero del numero di specie utilizzate).
A questo occorre aggiungere che le “fabbriche di animali” rischiano di aprire il nostro futuro ad un “Nuovo Mondo” simile a quello descritto da Aldous Huxley, in cui, una volta strappato il consenso anche alla clonazione umana (di cui alcuni scienziati già discutono in segreto) alle fabbriche di animali si aggiungeranno le “fabbriche di bambini”.
Ma fortunatamente l’Unione Europea non ha seguito questa volta l’esempio degli Stati Uniti ed ha per ora espresso parere negativo sulla “bistecca clonata”.
b) Nel monitorare il lavoro dell’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ripetutamente criticata per i pareri troppo favorevoli alle varietà di mais e di altre sementi geneticamente modificate.
c) Nell’opporci all’ormai ciclico (e ridicolo) rilancio degli xenotrapianti (trapianti di organi di animale nell’uomo) inattuabili per numerose ragioni, non ultimo il rischio che con il trapianto, accompagnato sempre dall’uso di immunosoppressori, i virus sconosciuti, latenti nell’animale, acquisiscano nuova virulenza e scatenino epidemie incontrollabili nell’uomo.
d) Nell’opporci alla creazione di bambini geneticamente modificati (in UK è stato approvato il “Human Fertilization and Embriology Bill” ed è già nata la prima bambina modificata per prevenire un tumore …). Si tratta di un vero salto nel buio per quanto riguarda l’eugenetica e il futuro della nostra specie.
e) Nel dare il nostro forte contributo (raccolta di firme e organizzazione di una manifestazione parallela a Roma) a Greenpeace e No patents on life, che a Monaco di Baviera hanno protestato il 23 ottobre davanti all’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) contro i brevetti rilasciati non più soltanto su piante modificate, bensì anche su piante convenzionali. Questa è infatti l’ultima frontiera di una politica detta neoliberista, ma in verità liberticida, causa del perenne aggravarsi della fame nel mondo. Il caso preso in esame è il brevetto già rilasciato dall’EPO sul broccolo non-gm (EP1069819B1), che è stato impugnato da Greenpeace. Un giudizio verrà emesso dall’Alta Corte dell’EPO (Corte non certo indipendente!). Esso fisserà i criteri per i brevetti sulle varietà tradizionali …. e potrebbe rappresentare un nuovo passo, molto grave, verso un’economia internazionale di soprusi, che certamente potrà aggravare, anziché risolvere, l’attuale crisi economica.
f) Nell’esprimere solidarietà, attraverso lettere e raccolte di firme, alla battaglia solitaria che conduce, all’interno della Commissione Europea, il Commissario all’Ambiente Stavros Dimas contro un’apertura agli Ogm. Cogliamo l’occasione per dire che il lavoro recente ed eccellente di Stavros Dimas si è sommato al lungo ed instancabile lavoro sugli Ogm che il nostro Comitato (già CSA, Comitato Scientifico Antivivisezionista) ha portato avanti, sin dai primi anni ’90, insieme a tante altre ONG, grandi e piccole, riunite in coalizioni e movimenti di scienziati, per informare i cittadini europei, e poi del mondo intero (in grande maggioranza del tutto ignari) ed interpretando il loro comune sentire. Riuscendo poco a poco a far crescere la consapevolezza, e creando in tal modo un forte movimento globale di dissenso.
Facendo salva la ricerca genetica, utile e necessaria, come pure l’uso degli Ogm in ambiente confinato e controllato (controllato anche sotto il profilo etico), il nostro movimento ha sempre energicamente contestato l’introduzione degli Ogm nell’ambiente, in quanto non se ne potevano prevedere gli effetti. Ancora oggi questi effetti sono in grande parte sconosciuti, ma si sono molto spesso rivelati, come temevamo, dannosi per l’ambiente e la salute. Abbiamo inoltre sempre messo in evidenza come, sulle comunità più deboli e più povere, gli Ogm producessero gravi danni economici e sociali, dovuti soprattutto alle nuove leggi brevettuali che hanno accompagnato la loro comparsa sul mercato e che privatizzavano il “bene comune” più importante: la materia vivente del pianeta
Dopo la sconfitta subita nel 1998 con il varo della direttiva europea 98/44, detta “dei brevetti sulla vita” (approvata malgrado il nostro CSA e “Dierenbescherming” avessero ottenuto il ricorso contro di essa da Olanda, Italia e poi Norvegia), il cittadino europeo riuscì a farsi riconoscere (quanto meno…) il diritto alla ”libera scelta alimentare”, ovvero la possibilità di accedere alle colture tradizionali. Nel 1999 fu approvata una moratoria di 5 anni all’introduzione degli Ogm.
Seguì l’elaborazione di un intricato sistema di direttive e regolamenti, per l’etichettatura e la “tracciabilità” degli Ogm negli alimenti. Pur se la moratoria è durata altri cinque anni, non si sono mai potute elaborare le indispensabili regole di “coesistenza” (tra colture tradizionali e quelle Ogm), la coesistenza essendo stata definita impossibile (a causa del forte potere inquinante degli Ogm) da tutti gli scienziati, inclusi quelli della Commissione. La soluzione adottata dall’UE è stata dunque quella di ‘scaricare’ le regole di coesistenza, quale ‘patata bollente’, sui Governi degli Stati Membri. L’ultimo capitolo, ad oggi, di questa lunga storia è la riunione del Consiglio dei Ministri Europeo del 4 dicembre scorso. Il Consiglio doveva, nel prendere alcune importanti decisioni, dare risposta alla lunga attesa di autorizzazioni agli Ogm delle aziende biotech.
Malgrado la temuta pressione di Gran Bretagna, Germania (e loro industrie), il Consiglio dei Ministri, pressato dai nostri appelli e messaggi (si dice siano stati 70.000!), ha adottato una linea complessivamente cauta e restrittiva. Questa prevede, tra i punti più importanti:
1) La riaffermazione del Principio di Precauzione, con richiesta di valutazioni molto più severe riguardo ad impatto ambientale e tossicità per l’uomo, soprattutto per gli erbicidi e per gli Ogm che, producendo pesticidi, sono da considerare come pesticidi chimici.
2) La revisione, per il 2010, delle procedure adottate dall’EFSA. Per la prima volta vi è anche la richiesta di una valutazione da parte di scienziati indipendenti e da parte delle ONG, nonchè l’appello ad una collaborazione e ad un coordinamento tra tutti gli scienziati. Gli Stati membri avranno in questo un ruolo importante e le regole più restrittive adottate da uno Stato dovranno essere estese a tutti gli altri.
3) L’autorizzazione alle zone Ogm-free (zone che si dichiarano “libere da Ogm”, che ricoprono già grande parte del territorio europeo, ma non avevano fino ad oggi riconoscimento dalla UE).
4) Una valutazione degli effetti socio-economici: questi devono essere presi in attento esame e produrre “decisioni imparziali”.
5) Il libero accesso all’informazione per gli scienziati e la trasparenza per i cittadini.
6) Un limite delle soglie di tolleranza per presenza di Ogm che non dovrà superare, nelle sementi, la percentuale rilevabile.Il temuto colpo di mano di Germania e Gran Bretagna per un'apertura agli Ogm sembra sventato e possiamo rallegrarci del lavoro fatto.
Dobbiamo tuttavia stare ancora all’erta anziché cantare vittoria … Una volta affermati i principi, il Consiglio dei Ministri dovrà ancora completarne, in alcuni casi, le applicazioni pratiche, e la lunga esperienza insegna che i modi diversi di interpretare la legge consentono talvolta di far rientrare dalla finestra ciò che si è tenuto fuori dalla porta … L’immagine che a mio parere descrive la nostra situazione, e che deve servirci da incitamento a continuare, è quella del coraggioso bambino olandese, di nome Hendrick, che tenne un dito infilato nella falla della diga e, sopportando al buio, per molte ore, il freddo e la fatica … riuscì a salvare l’Olanda dall’inondazione.IV) Alcune delle altre attività svolte durante l’anno:* A gennaio e febbraio, una grande raccolta di firme e di lettere con le associazioni aderenti alla “lista antivivisezione” per fermare la pdl 2157 Della Vedova, già pdl 5445 Schmidt, oggi ribattezzata pdl S53 Tomassini, per la modifica della legge italiana 116/92 sulla sperimentazione animale (vedi sul Notiziario N°14 e 16 le ragioni del nostro totale dissenso su tale pdl). * Partecipazione alla straordinaria e molto stimolante conferenza “Planet Diversity” a Bonn, 4a del ciclo “Ogm free zones”, in cui la “Foundation on Future Farming” ha esteso il suo sguardo ai temi di “Biodiversità, futuro del cibo e dell’agricoltura”.* Consegna a settembre del premio “Scanno per l’ecologia”, istituito dalla Fondazione Tanturri, a Vandana Shiva. Cari amici, vi abbiamo testimoniato in sintesi un importante lavoro svolto anche quest’anno. Ma la situazione economica limita, oggi più che mai, il nostro operato. Gli scarsi mezzi sono il nostro maggiore nemico!
VI RICORDIAMO DUNQUE CHE LA POSSIBILITÀ CHE AVREMO DI AGIRE TEMPESTIVAMENTE, IN UN MOMENTO TANTO SIGNIFICATIVO E GRAVE, DIPENDE DAL VOSTRO AIUTO.
I contributi ad EQUIVITA si possono versare:- alla posta: con un versamento su: c/c postale n° 88922000 intestato a: “Fondo Imperatrice Nuda, Comitato Scientifico Antivivisezionista”, Via P. A. Micheli, 62 - 00197 Roma (e non più l’altro numero di c/c postale)- in banca: con un bonifico sul conto BancoPosta n° 88922000 intestato a: “Fondo Imperatrice Nuda, Comitato Scientifico Antivivisezionista” (ABI:7601,CAB:3200 - IBAN:IT55 N076 0103 2000 0008 8922 000) - con assegno non trasferibile inviato per posta a: "Fondo Imperatrice Nuda - Comitato Scientifico EQUIVITA" via P.A. Micheli, 62 - 00197 Roma (meglio se accompagnato da telefonata allo 06.3220720, ore 9.00 -13:30)
Vi ringraziamo di tutto cuore e vi inviamo i più affettuosi auguri per un felice 2009 !Per informazioni:leggete “Notiziari” e “Comunicati” su http://www.equivita.it/
Fabrizia Pratesi de Ferrariis

Universo in mostra

Grande successo per il Festival delle Scienze dedicato all’Universo
di Daria Fago
Si è conclusa ieri la quarta edizione del Festival delle Scienze di Roma, dedicato quest’anno all’Universo. Sono stati quattro giorni entusiasmanti e ricchi di incontri, che hanno visto la partecipazione di fisici, astrofisici, astronomi, filosofi ed esploratori spaziali di fama mondiale e un pubblico di migliaia di persone.
Il 2009 sarà l’Anno Internazionale dell’Astronomia e verrà celebrato con particolare interesse in Italia, perché cade dopo quattrocento anni esatti dalle prime osservazioni di Galileo con il cannocchiale.

L’Auditorium ha fatto da palcoscenico a stelle e pianeti: si poteva passare dalle conferenze e le lectio magistralis - che hanno registrato il tutto esaurito - alle osservazioni con il virtual telescope, curate dal gruppo di lavoro EmozioneScienza del Planetario e Museo Astronomico di Roma, alle mostre, ai documentari.

Le tematiche più attuali e affascinanti che legano l’astrofisica alla filosofia e alle grandi domande dell’uomo, sono state affrontate dai protagonisti della ricerca mondiale e tra questi molti gli italiani, che hanno dato il loro contributo ai tanti progetti della NASA, dell’ESA, l’Ente Spaziale Europeo, e dell’INFN, con la costruzione del Large Hadron Collider, LHC, momentaneamente in panne, ma che permetterà di svelare enigmi fondamentali per la fisica e non solo, come quello del bosone di Higgs, la cosiddetta particella di Dio.

La questione essenziale che ha attraversato molti dei dibattiti sembra essere ancora una volta relativa alla natura della realtà e di conseguenza alla nostra possibilità di conoscerla, visto che il novanta per cento della materia dell’Universo è oscura, fino ad oggi la sua natura è ignota, eppure condiziona il funzionamento di tutta la materia “visibile”.

Una sfida aperta sia per la cosmologia sia per la fisica delle particelle, la cui soluzione segnerà un progresso fondamentale nella nostra comprensione della Natura, illustrata da Paolo de Bernardis, astrofisico responsabile del progetto Boomerang che ha "fotografato" l’Universo, individuando zone di diversa densità in oscillazione, mentre Fulvio Melia, astrofisico italoamericano studioso di buchi neri, ha spiegato che in un futuro molto prossimo sarà possibile fotografarne uno.

Esiste un solo Universo o tanti Universi? Recenti sviluppi della cosmologia suggeriscono che il Big Bang non fu un evento unico nella storia cosmica. Altri big bang erompono costantemente in zone remote dell’universo - o Multiverso, come sarebbe più corretto chiamarlo - producendo nuovi mondi con una grande varietà di proprietà fisiche. Alcuni di questi mondi sono simili ai nostri, mentre altri sono incredibilmente differenti e obbediscono persino a leggi fisiche diverse.

La parte maggiore dell’Universo è in uno stato di espansione accelerata nota come inflazione, così Alexander Vilenkin, cosmologo che insieme a Giulio Giorello ha condotto questa parte del festival, descrive il nostro mondo: «una particolare bolla, e per di più ne scorgiamo solo una piccola porzione. Se anche ci imbarcassimo su un’astronave, veloce quanto la migliore tecnologia può concederci, non riusciremmo mai a raggiungere le “mura” della nostra bolla in espansione».
Neanche lo spazio e il tempo sono più quelli di una volta: la teoria della relatività e la meccanica quantistica hanno aperto una nuova interpretazione della realtà, il problema è la creazione dell’esperimento, quello con la E maiuscola, che possa creare un ponte tra la realtà macroscopica, quella che vediamo e percepiamo e la realtà delle particelle elementari, visto che sembrano comportarsi in modo diverso.

Interessantissimo l’intervento di Francesco de Martini, fisico illustre dell’Università di Roma che ha rielaborato il famoso paradosso del gatto di Schrödinger, in un esperimento rivoluzionario: la parola chiave è ancora l’Entanglement, la “non-separabilità”, il mondo quantistico è non locale, ma forse non riusciamo a penetrarlo per i limiti della nostra percezione, non abbiamo lo strumento, forse però la sua scoperta ci avvicina un po’ di più.

I nostri occhi forse non bastano, forse il “terzo occhio” è il vero strumento, ovvero la capacità umana di immaginare, di andare oltre quello che sembra, in cerca delle tante realtà che ci circondano.
Un grande regista, Stanley Kubrick, in 2001 Odissea nello spazio, un film che compie proprio adesso quarant’anni, ha condensato in immagini tutto ciò di cui si è parlato in questo Festival, mentre un altro genio della meccanica quantistica, Erwin Schrödinger, (vinse anche il Nobel con la sua equazione), lo ha fatto con una poesia oggi sulla sua tomba:
“Non è che ciò che è sia in quanto noi lo percepiamo,
e non è che ciò che non è non sia perché noi non lo percepiamo più.
Ed è poiché ciò che è sussiste, che noi siamo, anzi siamo per sempre.
Tutto è Essere, è un unico Essere”. (Che cos’è la vita, Adelphi)

13 gennaio 2009

Il cancro e la ricerca del senso perduto

Il cancro e la ricerca del senso perduto
Pier Mario Biava
Springer-Verlag, 2008

di Daria Fago

È un libro prezioso questo di Biava, che unisce una parte scientifica rigorosa e coerente al racconto pienamente umano e profondo di un’intuizione, di una scoperta.

Pier Mario Biava è un medico, ricercatore illustre dell’Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico Multimedica di Milano, che ripercorre le tappe essenziali della sua vita e della sua ricerca, iniziata come psichiatra nei primi centri di salute mentale istituiti con la legge 180, poi come medico del lavoro, a Trieste, pioniere degli studi sulle relazioni tra fattori ambientali e tumori, quando l’amianto nei cantieri navali si respirava senza precauzioni. Infine a Milano, dove le osservazioni del passato diventano ricerca, le ipotesi si trasformano in certezze.

Alla base del suo percorso, la critica verso il modello dominante nella medicina occidentale, medicina deumanizzata-cosificata in un riduzionismo che ha preso il sopravvento su ogni altro tipo di pensiero, che guarda agli organismi viventi come ad un insieme di meccanismi biochimici, in cui ciascuna cellula costituisce un’entità individuale, per cui può essere trattata indipendentemente dal contesto in cui si trova.

Biava ha accolto invece la visione olistica nella quale il tutto caratterizza il contesto che determina il comportamento delle parti e questo lo conduce inevitabilmente ad un discorso filosofico sul cancro, interpretato come patologia della significazione, metafora di un’epoca, la nostra, in cui il male maggiore sembra proprio la perdita di senso, a tutti i livelli.

Si ritrovano nelle sue parole gli echi della psichiatria fenomenologica, inaugurata da Binswanger agli inizi del secolo scorso, per la quale l’uomo non è al mondo come lo sono le cose, ma si “dà” un mondo, un uomo inscindibilmente legato al suo mondo-ambiente, al mondo degli altri, che percorre con quell’intenzionalità che lo caratterizza e che fa sì che non si possa studiare l’esistenza umana con le metodiche oggettivanti proprie delle scienze naturali.

Un mondo che per essere conosciuto ha bisogno non solo di razionalità, ma anche di “volontà e di sentimento”, per cui Biava fa sua la concezione che della conoscenza aveva Steiner, il fondatore dell’antroposofia, come processo che deve condurre il sé all’unità con l’universo.

Il suo viaggio inizia con il racconto dell’intuizione, nell’aria tersa di Trieste, della relazione tra cancerogeni, mutazioni del DNA e malformazioni embrionali che lo portò a scoprire che alla base degli eventi di cancerogenesi dovevano esserci non solo mutazioni ma anche un blocco dei processi di differenziazione cellulare. Nelle cellule tumorali i programmi di moltiplicazione e differenziazione si rivelavano disaccoppiati, restando attivi solo quelli di moltiplicazione.

Nel paziente oncologico si è interrotto un dialogo fra l’individuo e un gruppo di cellule, che fanno parte di un sottosistema in cui i codici di significazione sono cambiati rispetto a quelli con cui tutte le altre cellule differenziate comunicano e che portano ad un’azione distruttiva invece che solidale.

Riprogrammare le cellule maligne piuttosto che ucciderle, convincerle a tornare a funzionare in modo normale oppure a morire, in un progetto di cura che coinvolge l’informazione, elemento fino ad oggi trascurato e che invece è alla base dei sistemi viventi, presente come un ologramma in tutte le loro parti, costantemente informate dalla rete cognitiva che governa il tutto.

In questa ottica il cancro rappresenta la rottura del flusso di informazioni che arriva alle cellule, la rottura della comunicazione fra l’organismo e alcune sue parti, come ristabilire l’ordine?
La risposta è complessa e semplice al tempo stesso, Biava ha scoperto che l’informazione che convince le cellule maligne (che considera alla stregua di staminali mutate) a tornare alla normalità è prodotta dal nostro organismo solo in specifiche circostanze che sono quelle dello sviluppo embrionale. Lì la comunicazione tra le cellule della madre nell’utero (organo di regolazione, non solo un contenitore meccanico) e quelle dell’embrione, induce le cellule staminali a passare dallo stadio di moltiplicazione a quello di differenziazione. Così il trattamento del cancro ideato consiste nell’identificare, estrarre e ridare le informazioni che le cellule staminali ricevono nell’utero, alle cellule tumorali di un organismo adulto. Così le cellule tumorali passano dallo stadio di moltiplicazione a quello di differenziazione, quindi all’integrazione con il resto del corpo. In alcuni casi di cancro (ne esistono circa un centinaio) questo si è rivelato possibile, sono necessarie altre sperimentazioni.

Biava contesta la visione riduttiva che pensa di poter combattere il cancro concentrandosi su un solo gene, visto che il nostro secolo si annuncia come quello della “epigenetica” piuttosto che della “genetica”, con la scoperta che gran parte del DNA ha in realtà funzioni regolatorie

Possiamo concludere con le parole della bellissima prefazione di Ervin Laszlo: “Il mondo non è un aggregato meccanismo di parti separate e separabili, ma unità organica, una gerarchia in cui il tutto si annida nel tutto…la salute dentro di noi e intorno a noi sono l’espressione dell’integrità e della coerenza dei sistemi che le manifestano. Mantenere o riacquistare la salute significa ristabilire il flusso di informazioni essenziali nel sistema. Questa è la via per guarire il corpo, guarire la società, guarire il pianeta.”