23 ottobre 2006

FOCUSING

PSICOLOGIA ESPERIENZIALE - LA VIA DEL SENTIRE

Al centro del mio lavoro con il
focusing c’è la persona nella totalità del suo essere. La persona che attraversa un momento di malessere e cerca strumenti nuovi per stare meglio e migliorare la propria vita.
Quando la persona inizia questo percorso, quello che sa e racconta del suo problema non è sufficiente, c’è qualcosa che non va ma è confuso, contraddittorio, inafferrabile; è intrappolata in un problema e non riesce a cambiare, vorrebbe migliorare qualcosa della propria vita ma non sa come farlo.
Scopo del mio lavoro è creare le condizioni ed accompagnarla ad entrare in contatto con sé stessa, aiutandola a raggiungere uno stato di calma e maggiore presenza da cui può prendere contatto, in modo nuovo, con gli aspetti della sua vita che vuole modificare. Una tappa fondamentale è insegnarle come creare uno spazio libero dove può stare bene da subito, recuperando energie e creando una giusta distanza tra sé e ciò che non va bene.
In questo modo può scoprire che, anche quando i problemi sono tanti e complessi e appaiono insormontabili, può accedere ad uno spazio interiore libero, in uno stato di maggior calma e presenza, dove diventa possibile innanzitutto riposarsi, respirare e recuperare energie, per poi, a partire da queste energie nuove, entrare in contatto con i diversi aspetti della vita in modo nuovo.
Questo stato di maggior calma e presenza permette di riconoscere i problemi, differenziarli e ordinarli, ciò che prima era confuso, aggrovigliato e inafferrabile comincia a prendere forma.
Sperimenta così la possibilità di disidentificarsi dai problemi, ad ogni problema viene dato 1 spazio, a cui la persona può avvicinarsi ed allontanarsi, può appoggiarli, metterli a una certa distanza e osservarli con più chiarezza, da nuovi punti di vista.
A partire da questo stato di maggior calma e presenza, la persona impara a stabilire un contatto con le diverse parti di sé, accogliendole, in una modalità protetta, al riparo da giudizi e critiche.
Questo permette di interrompere una “guerra interna”, creata dal conflitto tra diversi aspetti, dove un aspetto cerca di prevalere, azzittire, esiliare un altro, ottenendo come risultato un “blocco”.
In molte situazioni difficili, quando ci scopriamo a ripete lo stesso atteggiamento come, ad esempio, la timidezza, emerge in noi una parte critica e giudicante che dice “Sei sempri la solita!, sbagli, Non cambierai mai! Non devi essere timida, E’ da stupidi essere timidi!”.
Questo conflitto tra un aspetto critico e giudicante ed un aspetto che vive una difficoltà ottiene come risultato di rinforzare il problema.
Questo tentativo di condannare e combattere qualcosa che è parte di me, vuole controllare le esperienze spiacevoli e dolorose, e così facendo le blocca
Alla base della sofferenza sta questo atto di separare “me” da ciò che è “la mia esperienza”.
Le parti bloccate non possono né evolvere, né cambiare e per ottenere attenzione aumentano i segnali a livello corporeo, nel tentativo di portare un messaggio che è muto, implicito, ancora incompreso.
Attraverso una modalità diversa di contatto con se stessa, la persona impara a stare con tutte le parti che emergono, riconoscendole, dando loro spazio, acquisisce una speciale qualità di prresenza che può accogliere e comprendere ciò che è contraddittorio, contrastante, generando uno spazio più ampio che può dare voce a ogni aspetto.
Il contatto autentico con sé stessi mette in comunicazione con una intelligenza corporea olistica, più ampia e profonda.
Ciò che la persona ha vissuto e che chiama “rabbia”, lo ha vissuto e sperimentato innanzitutto a livello corporeo, prima di dare il nome “rabbia” e definire un evento, lo ha percepito fisicamente con il corpo con una moltitudine di informazioni di cui solo alcune sono giunte alla consapevolezza.
Grazie a questo contatto nuovo la persona impara ad essere presente, a STARE CON ciò che il corpo sente, si avvicina a questa ricchezza di informazioni e quanto inizialmente appariva confuso e contraddittorio a poco a poco si rivela.
Le parti bloccate trovano qualcuno che le ascolta e che permette che ciò che è muto si riveli.
Emergono le cose non dette da sempre, le paure, le convinzioni autolimitanti, immagini e programmi mentali che condizionano le scelte, emergono i bisogni, le indicazioni relative alle vie per uscire dal blocco.
Ciò che era muto e implicito si rivela e questo produce un cambiamento che da subito genera sollievo e liberazione ed insegna alla persona che lo sperimenta un modo semplice ma efficace per dare sostegno ed ascolto a se stessa, acquisendo una capacità che poi potrà usare sempre nella propria vita, creando una relazione autentica con sé stessa e con gli altri.

Gli strumenti che utilizzo nel mio lavoro:
METODI DI RILASSAMENTO,
FOCUSING, COMUNICAZIONE NON VIOLENTA, THE VOICE DIALOGUE, IL LINGUAGGIO DELLE IMMAGINI

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