L’Italia si trova alle prese con una delle più grandi truffe mai messe in piedi dall’uomo: quella dalle Industrie Farmaceutiche che, tramite il grimaldello della paura, sta agendo impunemente per alleggerire le casse del sistema sanitario nazionale, quindi le tasche dei contribuenti italiani.
In questa gigantesca truffa “striscia la notizia”, l’auto-proclamato difensore dei deboli e degli oppressi, guarda opportunamente dall’altra parte. Quando ci sono sufficienti ossa da spartire, un piccolo cane non aggredisce mai un cane più grosso di lui.
Le cifre della truffa si aggirano, solo in Italia, sugli svariati miliardi di euro per la fornitura di un vaccino non solo inutile e mai testato nella sua efficacia ma dannoso - per la presenza di metalli pesanti come il mercurio e l’alluminio - all’ancora-in-formazione sistema nervoso dei bambini.
Le campagne di convincimento di queste potenti Industrie sono supportate obbedientemente dai media nazionali.
Questi “Servizi d’Informazione Pubblica” non permettono la divulgazione di contraddittori con professionisti, medici, non in sintonia con la posizione ufficiale.
Giornalmente i telegiornali riportano la diffusione del virus, con reporter e cameramen accampati all’esterno d’ospedali nell’attesa della (sporadica) morte della persona affetta dal virus.
Poca rilevanza giornalistica è data al fatto che la persona fosse stata inizialmente ricoverata per problematiche ben più gravi di una semplice influenza, suina o non.
Ciò che è importante mostrare è che, qui e lì, ci sia una morte dovuta al virus, così da mantenere nella morsa della paura l’intera popolazione e indurla a vaccinarsi.
Sembra anche essere giornalisticamente irrilevante il fatto che ogni anno (ed anche quest’anno) ci siano migliaia, decine di migliaia, di persone che muoiono, contraendo il virus dell’influenza comune quando affette da altre, gravi, patologie.
Il vice-ministro della salute ha affermato in diverse occasioni che la virulenza (e quindi la pericolosità) dell’influenza suina è solo un decimo della normale influenza di stagione. Sembra quasi che un’affermazione del genere sia per i giornalisti un fattore di disturbo nell’equazione (inventata): influenza-suina = morte.
Se la popolazione cominciasse a non credere all’equazione, ci sarebbero meno vaccini venduti, ed è proprio ciò che sta accadendo. Secondo statistiche ufficiali, già il 60% della popolazione – e tra essa molti medici – ha deciso di non vaccinarsi.
Uno studente di scuola media arriverebbe alla stessa, semplice, conclusione: “Se l’influenza normale è dieci volte più forte, sembra più logico premunirsi contro questa!”
Ma cosa fa “striscia”, il paladino del singolo debole ed oppresso, che scova e scopre truffe nelle quattro direzioni cardinali? Guarda meschinamente dall’altra parte.
Questo è anche comprensibile. E se, a causa della critica di “striscia”, l’Industria Farmaceutica s’irrita e minaccia la stazione televisiva col ritiro da quella rete di tutta la sua pubblicità? Sarebbe un disastro economico non solo per i segugi sguinzagliati, ma soprattutto per il capoclan – divenuto ora milionario – Antonio Ricci.
Meglio non pestare i piedi ai potenti.
Meglio fare solo il bulletto di quartiere. Non così dignitoso, ma almeno le entrate sono sicure. Poi, il meccanismo, dopo tanti anni, è ben collaudato. Dopo la cena, la gente non ha bisogno della ricerca della verità; vuole solo farsi quattro risate, cosi da scacciare l’improvviso colpo di sonno che potrebbe arrivare.
“Striscia” conosce i gusti e provvede bene il meccanismo: le risate meccaniche, il tipo di storia di massimo 60 secondi (se no lo spettatore cambia canale), che fa emergere nella persona accasciata sul divano la giusta rabbia verso il personaggio di volta in volta preso di mira.
Ultimamente, sotto pressione per il calo dell’audience, la trasmissione s’inventa sempre più improbabili scoop, invadendo campi e attività nuove, ma con il vecchio intento di screditare individui e attività alle quali il pensiero ateo e materialista del patron Ricci non crede.
Uno di questi è lo “smascheramento” di operatori del mondo delle energie sottili, anche tramite il pagamento di “testimoni” pronti a dichiarare qualsiasi cosa di fronte alla telecamera pur di assaporare i due minuti di notorietà televisiva prima d’essere risucchiati nell’anonimato dove appartengono.
Questa informazione inventata è giornalismo o reality show?
La risposta non è rilevante. L’immoralità d’esecuzione del programma (le bugie dichiarate, il pagamento di falsi testimoni, eccetera) è anch’essa secondaria, rispetto ai fini della conquista dell’audience.
In questa "filosofia esistenziale" (creare nella popolazione l’impressione di una certa realtà per un tornaconto economico) è facile osservare quanto “striscia”, l’Industria Farmaceutica ed altri potenti Sistemi d’Oppressione siano simili.
E i cani sciolti non si attaccano mai tra di loro…
Rinaldo Lampis
In questa gigantesca truffa “striscia la notizia”, l’auto-proclamato difensore dei deboli e degli oppressi, guarda opportunamente dall’altra parte. Quando ci sono sufficienti ossa da spartire, un piccolo cane non aggredisce mai un cane più grosso di lui.
Le cifre della truffa si aggirano, solo in Italia, sugli svariati miliardi di euro per la fornitura di un vaccino non solo inutile e mai testato nella sua efficacia ma dannoso - per la presenza di metalli pesanti come il mercurio e l’alluminio - all’ancora-in-formazione sistema nervoso dei bambini.
Le campagne di convincimento di queste potenti Industrie sono supportate obbedientemente dai media nazionali.
Questi “Servizi d’Informazione Pubblica” non permettono la divulgazione di contraddittori con professionisti, medici, non in sintonia con la posizione ufficiale.
Giornalmente i telegiornali riportano la diffusione del virus, con reporter e cameramen accampati all’esterno d’ospedali nell’attesa della (sporadica) morte della persona affetta dal virus.
Poca rilevanza giornalistica è data al fatto che la persona fosse stata inizialmente ricoverata per problematiche ben più gravi di una semplice influenza, suina o non.
Ciò che è importante mostrare è che, qui e lì, ci sia una morte dovuta al virus, così da mantenere nella morsa della paura l’intera popolazione e indurla a vaccinarsi.
Sembra anche essere giornalisticamente irrilevante il fatto che ogni anno (ed anche quest’anno) ci siano migliaia, decine di migliaia, di persone che muoiono, contraendo il virus dell’influenza comune quando affette da altre, gravi, patologie.
Il vice-ministro della salute ha affermato in diverse occasioni che la virulenza (e quindi la pericolosità) dell’influenza suina è solo un decimo della normale influenza di stagione. Sembra quasi che un’affermazione del genere sia per i giornalisti un fattore di disturbo nell’equazione (inventata): influenza-suina = morte.
Se la popolazione cominciasse a non credere all’equazione, ci sarebbero meno vaccini venduti, ed è proprio ciò che sta accadendo. Secondo statistiche ufficiali, già il 60% della popolazione – e tra essa molti medici – ha deciso di non vaccinarsi.
Uno studente di scuola media arriverebbe alla stessa, semplice, conclusione: “Se l’influenza normale è dieci volte più forte, sembra più logico premunirsi contro questa!”
Ma cosa fa “striscia”, il paladino del singolo debole ed oppresso, che scova e scopre truffe nelle quattro direzioni cardinali? Guarda meschinamente dall’altra parte.
Questo è anche comprensibile. E se, a causa della critica di “striscia”, l’Industria Farmaceutica s’irrita e minaccia la stazione televisiva col ritiro da quella rete di tutta la sua pubblicità? Sarebbe un disastro economico non solo per i segugi sguinzagliati, ma soprattutto per il capoclan – divenuto ora milionario – Antonio Ricci.
Meglio non pestare i piedi ai potenti.
Meglio fare solo il bulletto di quartiere. Non così dignitoso, ma almeno le entrate sono sicure. Poi, il meccanismo, dopo tanti anni, è ben collaudato. Dopo la cena, la gente non ha bisogno della ricerca della verità; vuole solo farsi quattro risate, cosi da scacciare l’improvviso colpo di sonno che potrebbe arrivare.
“Striscia” conosce i gusti e provvede bene il meccanismo: le risate meccaniche, il tipo di storia di massimo 60 secondi (se no lo spettatore cambia canale), che fa emergere nella persona accasciata sul divano la giusta rabbia verso il personaggio di volta in volta preso di mira.
Ultimamente, sotto pressione per il calo dell’audience, la trasmissione s’inventa sempre più improbabili scoop, invadendo campi e attività nuove, ma con il vecchio intento di screditare individui e attività alle quali il pensiero ateo e materialista del patron Ricci non crede.
Uno di questi è lo “smascheramento” di operatori del mondo delle energie sottili, anche tramite il pagamento di “testimoni” pronti a dichiarare qualsiasi cosa di fronte alla telecamera pur di assaporare i due minuti di notorietà televisiva prima d’essere risucchiati nell’anonimato dove appartengono.
Questa informazione inventata è giornalismo o reality show?
La risposta non è rilevante. L’immoralità d’esecuzione del programma (le bugie dichiarate, il pagamento di falsi testimoni, eccetera) è anch’essa secondaria, rispetto ai fini della conquista dell’audience.
In questa "filosofia esistenziale" (creare nella popolazione l’impressione di una certa realtà per un tornaconto economico) è facile osservare quanto “striscia”, l’Industria Farmaceutica ed altri potenti Sistemi d’Oppressione siano simili.
E i cani sciolti non si attaccano mai tra di loro…
Rinaldo Lampis
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