“Il naturopata educa alla salute ed alla prevenzione”
Il direttore della Scuola Italiana di Naturopatia ci spiega come nasce la figura del naturopata e quali sono le prospettive future
URBINO – “Naturopata e naturopatia: aspetti legislativi, confronti europei, esperienze sul territorio”. E’ questo il tema del Convegno Nazionale di Naturopatia che si terrà a Rimini sabato 16 maggio 2009 dalle ore 15 alle ore 19. Proprio in occasione di questa giornata dedicata all’informazione e alla formazione, Antimo Zazzaroni, direttore della Scuola Italiana di Naturopatia, interviene per spiegare la funzione del naturopata e gli sviluppi futuri in questo campo.
Come possiamo definire il naturopata?
Possiamo definire il naturopata come un consulente per la salute, una figura che opera nell’ambito della prevenzione primaria, degli stili di vita sani e corretti e dei trattamenti non invasivi. Purtroppo, in Italia, la naturopatia e tutte le medicine non convenzionali, non sono regolamentate. L’Inghilterra, la Germania, il Portogallo, la Svizzera, l'Ungheria, ed altri paesi europei, hanno già capito da molto tempo l’importanza della figura del naturopata. Normalmente si parla di diritti alla salute e non di doveri. Dobbiamo renderci conto, però, che ognuno di noi ha il sacrosanto dovere di stare in salute, per se stessi e per non diventare un peso dal punto di vista psicologico ed economico, per la famiglia e per la società. Prendiamo atto che mediamente l'80% del budget economico delle regioni italiane viene speso per il settore sanità, con grande peso a livello di tasse pagate dai cittadini. Pertanto la figura del naturopata, a nostro avviso, si inserisce in modo ottimale in questo contesto e potrà diventare sempre più importante ed indispensabile negli anni a venire, ovviamente in rapporto alla crescente esigenza di prendere coscienza di quanto sia più importante prevenire invece di curare e quindi cercare di non ammalarsi.
Come e dove opera la figura del naturopata?
Il naturopata può collaborare con il medico, essere un libero professionista o interagire con altri operatori del settore. Si trova spesso ad operare nei centri benessere, in strutture termali, in palestre, ma anche in centri di estetica, erboristerie, ambulatori e parafarmacie.
Come viene considerata la figura del naturopata negli ambienti medici? C’è ancora diffidenza intorno a questa figura?
In ambito medico la diffidenza c’è, ma questo deriva dal fatto che non si è ancora riusciti a coglierne il ruolo sociale. Vista la condizione di “vacatio legis” che sta vivendo la naturopatia, spesso c’è la tendenza a chiudersi al non-convenzionale. Quello che ci auspichiamo, noi, che ogni giorno ci troviamo ad operare in questo settore, è che possa nascere un dialogo proficuo fra il naturopata e il medico nell’ottica di un ottimale benessere a livello individuale e sociale. Già in diverse parti d’Italia questa collaborazione sta portando ottimi risultati.
Oggi come oggi si parla tanto di regolamentare il naturopata. Che cosa c’è, dunque, nel futuro della naturopatia?
Le prospettive sarebbero sicuramente più rosee se tutti riuscissero a capire l’importanza della prevenzione. Quello che mi auguro, anche come direttore della Scuola Italiana di Naturopatia, è che, in Italia, questa figura così importante possa essere sempre più valorizzata, come già accade in diversi paesi europei. Sappiamo che si sta lavorando per il riconoscimento di questa figura. Esiste, infatti, una direttiva europea la quale afferma che, in mancanza di regolamentazione, le associazioni di categoria presenti nel territorio possono fungere da garanti per testimoniare che il naturopata ha seguito un iter formativo ben preciso, qualificato e può quindi esercitare la professione. In Inghilterra, ad esempio, molti naturopati riescono a lavorare proprio perché vi sono associazioni in grado di garantire per loro e per l'utente. Ci auguriamo davvero che i naturopati possano collaborare tutti insieme per far sì che questo riconoscimento avvenga al più presto.
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